REDAZIONE MILANO

Chi è Abedini, l'ingegnere iraniano liberato a Milano: l'arresto, le accuse e l’incrocio con Cecilia Sala. L’intrigo internazionale tra Malpensa a Washington

Il 16 dicembre il blitz degli agenti dell’Fbi nello scalo varesino, la detenzione nel carcere di Opera, il vertice d’urgenza fra Trump e Meloni in Florida: il suo dossier si è intrecciato con la detenzione della giornalista italiana Ora la svolta: l’uomo dei droni è rientrato in volo a Teheran

La detenzione di Cecilia Sala in Iran e di Abedini in Italia si sono inevitabilmente intrecciate

La detenzione di Cecilia Sala in Iran e di Abedini in Italia si sono inevitabilmente intrecciate

Milano, 12 gennaio 2025 – Malpensa, Roma, Teheran, Washington e Milano. Un mese di telefonate, contatti diplomatici sia ufficiali sia sotto traccia, vertici politici ai più alti livelli come nella trama della più intricata spy story alla John Le Carré. La liberazione dell’ingegnere iraniano Abedini – avvenuta questa mattina intorno alle 9: in queste ore il 38enne è già atterrato a Teheran – ha rispettato queste caratteristiche, compresa quella dell’arresto in chiave ritorsiva della giornalista Cecilia Sala. Ripercorriamo allora le tappe di questo intrigo internazionale che ha messo alla prova le relazioni fra Italia e Stati Uniti e fra Italia e Iran, quest’ultimoconsiderato per lungo tempo da Washington e dalla Nato uno “Stato canaglia” con cui non intrattenere relazioni diplomatiche.

Il 16 dicembre, l’arresto a Malpensa

L'inizio, quasi un mese fa: è il 16 dicembre quando Mohammad Abedini Najafabadi, 38 anni, viene arrestato dall'Fbi in Italia, all'aeroporto di Milano Malpensa, e portato nel carcere di Opera. Le autorità statunitensi ne chiedono l'estradizione con l'accusa di "esportare sofisticati componenti elettronici in Iran", in violazione delle normative statunitensi e delle sanzioni americane contro l'Iran. I componenti sarebbero stati utilizzati a gennaio durante un attacco di droni in Giordania costato la vita a tre soldati americani, come riferito dal Dipartimento di Giustizia Usa.

Il 19 dicembre il sequestro di Cecilia Sala

L'Iran nega a più riprese qualsiasi coinvolgimento e respinge le accuse come "infondate". Lo stesso Abedini, il 31 dicembre, si proclama innocente: "Non sono un terrorista". La vicenda si intreccia inevitabilmente con quella della giornalista italiana, Cecilia Sala, arrestata in Iran il 19 dicembre. Per lei, l'accusa è di aver "violato le leggi" della Repubblica islamica dell'Iran. Ma prima che si arrivi alla liberazione di Sala il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, esclude qualsiasi "dietrologia" e "diplomazia degli ostaggi" spiegando che "l'Italia non è competente per il procedimento penale di questo iraniano. C’è stato un mandato di cattura e poi si vedrà' l'estradizione, sarà la magistratura a decidere. 

Il vertice fra il ministro italiano degli Esteri Tajani e il suo omologo iraniano
Il vertice fra il ministro italiano degli Esteri Tajani e il suo omologo iraniano

Il dossier Sala e il vertice con Trump

Il 7 gennaio, l'Iran torna a ribadire che l'arresto di Cecilia Sala a Teheran "non è una ritorsione" legata alla detenzione in Italia di Abedini, auspicando che il caso "venga risolto rapidamente". A questo punto, le sorti di Abedini e della giornalista italiana si intrecciano inevitabilmente. C’è questo aspetto – in un primo momento inestricabile – sul tavolo del vertice organizzato d’urgenza fra il presidente eletto degli Stati Uniti Trump e la premier Meloni, che vola nella residenza del primo a Mar A Lago in Florida, il 5 gennaio.

Tre giorni dopo, l’8 gennaio Cecilia Sala viene liberata. "È in volo l'aereo che riporta a casa Cecilia da Teheran – scrive su X Giorgia Meloni –. Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane. Ho informato personalmente i genitori della giornalista nel corso di una telefonata. Voglio esprimere gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi”. 

Meloni e il presidente eletto Trump al vertice in Florida il 5 gennaio
Meloni e il presidente eletto Trump al vertice in Florida il 5 gennaio

Nordio: “Sala e Abedini, due casi distinti”

La correlazione fra la liberazione di Cecilia Sala e l’impegno preso dall’Italia di non consegnare Abedini alla giustizia americana alimenta inevitabilmente sospetti e dietrologie. Al punto da spingere, il 9 gennaio, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, come già aveva fatto Tajani, a ribadire che si tratta di "due vicende parallele ma non congiunte". Spiegando, tra l'altro, che è prematuro per ora parlare di domiciliari e braccialetto elettronico per Abedini dal momento che "è fissata un'udienza"  (il 15 gennaio alla Corte d'Appello di Milano, ndr) proprio per discutere se confermare la custodia in carcere o accogliere la richiesta di domiciliari avanzata dal legale - e "le carte dall'America non sono ancora arrivate", sottolinea ancora il Guardasigilli.

Il 12 gennaio la svolta: la liberazione e il volo per Teheran

Oggi, 12 gennaio, il Guardasigilli annuncia di aver "depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano". Con queste motivazioni: "In forza dell'articolo 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d'America e il Governo della Repubblica italiana, possono dar luogo all'estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente". Non appena arriva la richieste di revoca della misura cautelare firmata dal ministro si riunisce d'urgenza il collegio della quinta Corte d'Appello che rimette in liberà l'ingegnere 38enne. A Malpensa c’è già pronto ad attenderlo un aereo in pista di decollo per Teheran. E mentre Abedini sta per atterrare nella capitale, le autorità della Repubblica Islamica non perdono tempo ed esprimono, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri, apprezzamento per la “cooperazione di tutte le parti interessate".