ANDREA GIANNI
Cronaca

Società fantasma per frodare il Fisco: Chinatown epicentro dell’evasione

Acquisti di merce per cinque milioni di euro senza pagare l’Iva scoperti dall’Agenzia delle Dogane. Il titolare indagato è irreperibile, la sede non esiste. Soldi sporchi all’ombra delle attività imprenditoriali

Agenzia delle Dogane

Milano - ​All’indirizzo nella Chinatown milanese in via Paolo Sarpi, indicato al momento dell’apertura della partita Iva, la sede legale della società non esiste. Il rappresentante legale, un cinese, è irreperibile. Dal 2018 non è mai stata depositata nessuna delle dichiarazioni fiscali previste dalla legge. Nessuna traccia di una società 'fantasma' che, però, ha effettuato acquisti di merce "non alimentare" in diversi Paesi europei per un importo totale di circa cinque milioni di euro.

Acquisti effettuati in diverse tranche senza dichiararli al Fisco e senza pagare l’Iva, per un importo totale evaso di 1.086.700 euro. Soldi sottratti all’erario, in un meccanismo illecito scoperto dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Milano 1 attraverso l’analisi delle banche dati e l’incrocio dei risultati. Il sospetto è che possa trattarsi di una società fittizia creata aprendo una partita Iva con l’obiettivo di importare merce in Italia, forse destinata a negozi o attività imprenditoriali della Chinatown milanese, senza pagare le tasse. Quindi con un profitto illecito di oltre un milione di euro.

I primi acquisiti di prodotti accertati risalgono al 2018, e sono proseguiti almeno fino al 2020. Merce che nelle banche dati è classificata come "non alimentare" proveniente almeno sulla carta da diversi Paesi europei: Repubblica Cesa, Slovenia, Germania, Olanda, Ungheria, Belgio e Spagna. Quando sono emersi gli illeciti, nell’ambito dell’attività dell’Agenzia delle Dogane per contrastare le evasioni fiscali in materia di Iva intracomunitaria, il rappresentante legale dell’azienda è stato convocato ma non ha mai risposto, rendendosi irreperibile. All’indirizzo indicato quando fu aperta la società non esiste alcuna sede legale, almeno corrispondente a quella partita Iva. La società è di fatto inesistente, e per questo la strada per recuperare la somma evasa parte in salita.

Nel frattempo il rappresentante legale dell’azienda è stato denunciato alla Procura, che ha aperto un’inchiesta sull’evasione fiscale. Un accertamento che ancora una volta mette sotto la lente di ingrandimento i flussi finanziari nella Chianatown di via Paolo Sarpi. Le organizzazioni asiatiche, come è emerso da diverse inchieste, hanno assunto tra l’altro un ruolo sempre più importante in Italia nel riciclaggio, aprendo "canali paralleli per il trasferimento di denaro all’estero". L’anno scorso uno dei negozi di abbigliamento della Chinatown milanese era finito sotto la lente della Gdf di Pordenone, come uno dei punti per la consegna di contanti guadagnati con traffici ed evasione fiscale.