ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Addio a salamella e birra: quanto piace ai milanesi il chiosco gourmet tra panini vegan e bollicine

Da “Ortobello“ a “Luca Loco“: le nuove rotte notturne della clientela più adulta. La formula del successo? Atmosfera lounge, proposte da enoteca e cucina ghiotta

Atmosfera lounge nei chioschi alla moda

Meno salsicce che sfrigolano, peperoni grigliati, birre a fiumi. E più hamburger vegani, taglieri di salumi, etichette da intenditori. Nuova vita gourmet per diversi chioschi cittadini e anche nuova "fauna". Il tradizionale popolo della notte - guardie giurate, tassisti e discotecari - non ha più monopolio di presenze nel circolo dei chioschi. Provare per credere facendo un giro da "Ortobello" in piazzale dello Sport, all’ombra dello stadio Meazza. Sabato notte gli interisti, affamati e felici dopo la prima giornata di Serie A contro il Monza, hanno fatto alzare il fatturato come dopo una partita di settembre. Ma non ci sono solo tifosi a festeggiare.

"La nostra clientela ad agosto è molto varia, formata da residenti della San Siro milionaria come da abitanti delle case popolari di Quarto Oggiaro e Bonola. Da chi si sente solo come un cane perché sono partiti tutti e, a dirla tutta, anche da persone che da Milano non si possono proprio allontanare, avendo l’obbligo di firma" spiega Silvia Mazzeo, titolare 43enne del chiosco aperto dal 2014 che attira un microcosmo vario a livello sociale e di tifo (ci vengono anche i rossoneri). Che convive pacificamente, senza andare mai in escandescenza. Complice forse anche il target decisamente adulto, che veleggia sopra i 35, l’età della ragione.

L’Ortobello è il "posto delle fragole" di Veronica Sigari, 50 anni, residente chic di San Siro: "Adoro questo luogo, c’è il verde, si mangia e si beve benissimo e la musica non interferisce con la conversazione". È in compagnia dell’amica Sabrina Grasso, 60 anni, che loda la virtù dell’hamburger vegano: "Così buono che pensavo si fossero sbagliati servendomi uno di carne…". Più alti i bpm che arrivano dal celeberrimo "Chiringuito" – istituzione dal 1997 inaugurato dal padre di Silvia, Franco Mazzeo - a neanche cento metri di distanza: la playlist del dj scatena la tribù di 18-20enni "che qualche problema in più di gestione – ammette Silvia - lo creano".

Quaranta etichette di vino e bollicine, una trentina di marchi di gin, una quindicina di bottiglie di grappe, dieci sfumature di whisky. Una cantina da fare invidia a un’enoteca quella del chiosco "Luca Loco" di piazzale Tripoli. Venti anni fa Gianluca Lombardi, 52 anni, ha rilevato l’anguriaro che esiste da mezzo secolo. Sei anni fa ha fatto centro smettendo di vendere frutta e preferendo inserire sulla carta proposte alcoliche di qualità (e tante varianti di hamburger) dopo esser diventato sommelier. "Lavoriamo tanto anche ad agosto. Molti pubblici esercizi sono chiusi e non è vero che tutti i milanesi sono al mare: c’è chi è partito a giugno e questo mese è in smart working. La sera cerca un posto dove andare a rilassarsi". Anche qui, clientela piuttosto matura.

"Una mia scelta precisa non puntare sui troppo giovani. Non riuscirei a rapportarmi con loro, mi sentirei come il loro papà". Perché la logica di Lombardi è interagire con il cliente come se fosse un amico. Come fa con l’habitué Luciano Pasolini, 74 anni, ex campione di trotto e poi allenatore all’Ippodromo. La nostalgia della gloria passata lo assale ma preferisce la vita presente del chiosco: "Tra un bicchiere di Sassicaia e una fetta di anguria non c’è proprio confronto" afferma Pasolini.