
Il primario Giovanni Nano
San Donato Milanese (Milano) - "È un momento difficile, siamo ancora tutti sconvolti". A parlare è il professor Giovanni Nano, il primario di chirurgia vascolare del Policlinico di San Donato che lunedì pomeriggio ha operato d’urgenza il suo aiuto più anziano, il medico chirurgo di 65 anni Giovanni Malacrida poco dopo che era stato accoltellato allo coscia destra da un paziente di 75 anni. Quali sono le condizioni attuali del dottor Malacrida? "Dopo l’intervento è stato portato in reparto, la prognosi è ancora riservata ma c’è un lieve miglioramento. Anche per quanto riguarda la funzionalità della gamba, ieri abbiamo verificato la mobilità ma ci vorrà del tempo". Cosa è successo in quei momenti drammatici? "La visita del paziente era programmata. Un paziente conosciuto che era già in cura da noi. La fortuna ha voluto che lunedì fossero quattro i medici presenti alla visita, solitamente siamo uno più lo specializzando. Inizialmente i colleghi avevano pensato a un malore del paziente, invece quando ha tirato fuori dalla borsa il coltello e ha colpito il dottor Malacrida, la dottoressa specializzanda Fabiana Fancoli e il dottor Alfredo Modafferi si sono catapultati addosso al paziente e lo hanno fermato e immobilizzato. Dopo è entrato il poliziotto (il funzionario della questura di Milano) e lo ha disarmato e portato fuori. Immediatamente Malacrida è stato portato in sala operatoria". Come avete affrontato emotivamente questa brutta vicenda? "Ancora adesso il dottor Modafferi e la dottoressa Fancoli, che sono stati i primi a intervenire, sono visibilmente scossi e anche io lo sono molto. Operare un amico e un collega con il quale lavoro dal 1988, non per una malattia, ma per un attentato folle è stata davvero dura". Un gesto premeditato? "Nessuno di noi esce di casa con un coltello nella borsa. Io penso che di fronte alla violenza non ci siano giustidicazioni di alcun genere. L’incremento di questi eventi violenti è dovuto anche a una questione culturale: la nostra non è un’officina dove si cambia il pezzo, in medicina ci sono anche gli imprevisti e purtroppo non c’è una preparazione culturale in tutte le parti sociali nel trattare il personale sanitario". Ci vogliono maggiori protezioni per gli ospedali come i metal detector? "Se non lo faceva in ospedale lo avrebbe potuto fare fuori. Bisogna fare prevenzione coinvolgendo tutte le parti. Noi facciamo un grande lavoro tutti i giorni, non solo lunedì quando abbiamo salvato il dottor Malacrida e tutti i media si sono interessati a noi. Prima, durante l’emergenza Covid eravamo tutti eroi ma noi chiedevamo di non essere presi in giro. La vicinanza deve essere costante".