ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Chiude la sede di Garbagnate. La Optotec si trasferisce a 120 chilometri di distanza

Sciopero e presidio di protesta all’azienda leader nel settore della fibra ottica contro la decisione di spostare la parte produttiva e 26 operai a Dello e quella amministrativa con i 26 impiegati a Origgio.

Chiude la sede di Garbagnate. La Optotec si trasferisce a 120 chilometri di distanza

Chiude la sede di Garbagnate. La Optotec si trasferisce a 120 chilometri di distanza

"Vogliamo posti di lavoro per tutti, qui sul territorio e non a 120 chilometri di distanza". Sciopero e presidio di protesta ieri mattina alla Optotec di Garbagnate, azienda leader nel settore della fibra ottica. I dipendenti hanno incrociato le braccia contro la decisione della direzione di smantellare la sede di via Zenale spostando la parte produttiva e 26 operai a Dello, in provincia di Brescia e quella amministrativa con i 26 impiegati a Origgio, a pochi chilometri di distanza. Il piano di riorganizzazione è stato comunicato alle parti sociali alla fine di settembre, in queste settimane i sindacati hanno chiesto un dietrofront sul trasferimento della produzione in provincia di Brescia, ma l’azienda non è disponibile e sul tavolo della trattativa ha messo alcuni indennizzi a disposizione dei lavoratori che accettano il trasferimento, ma solo per i primi 10 mesi. "La Octotec, che tempo fa è stata acquisita da una multinazionale indiana, fa questa operazione per risparmiare sui costi, ma lo sta facendo sulle spalle dei lavoratori. Non possono pensare di trasferire 26 persone così distante, qui ci sono soprattutto donne con carichi familiari che non possono fare 120 chilometri al mattino e altrettanti la sera - dichiara Edoardo Barra, della Fim Cisl di Milano -. Siamo di fronte a un licenziamento collettivo mascherato da trasferimento. Chiediamo all’azienda di aprire un tavolo di trattativa, insieme a Comune e Regione Lombardia, per individuare delle soluzioni occupazionali qui sul territorio, per tutti. Oppure in alternativa chiediamo che tutti vengano trasferiti a Origgio". Ieri mattina lavoratori e sindacati hanno organizzato un presidio di protesta davanti all’azienda anche per sensibilizzare le istituzioni. "Non vogliamo soldi, ma un posto di lavoro- commentano Alietti Andrea ed Emanuele Le Grottaglie, delegati sindacali della Fim Cisl -. L’azienda ha una responsabilità sociale ed etica nei confronti dei lavoratori che in questi anni con dedizione e professionalità l’hanno fatta crescere". Rabbia e preoccupazione fra i dipendenti. "Ho 55 anni, lavoro qui da 36, mi mancano sei anni alla pensione e ora mi trovo in mezzo alla strada. Sarà difficile trovare un altro posto", racconta un’operaia. La scorsa settimana c’è stato un primo incontro con il sindaco Davide Barletta, ieri lo sciopero, ora dipendenti e sindacati attendono la risposta dell’azienda.