Alcuni hanno ricevuto la lettera di trasferimento a Verona, altri a Parma, altri ancora addirittura in Puglia. Dal primo settembre, se vorranno conservare il posto di lavoro, dovranno trasferirsi fuori Milano, a fronte di "stipendi che raggiungono a malapena i mille euro netti al mese". La chiusura del cinema Odeon, storica sala nel cuore di Milano, si traduce in una beffa per chi ci lavora, con "licenziamenti mascherati da trasferimenti" che verranno impugnati dai sindacati davanti al Tribunale del Lavoro di Milano.
Al centro il futuro di una ventina di dipendenti del colosso The Space Cinema, catena che contava tra i suoi fiori all’occhiello la storica sala milanese destinata a diventare un centro commerciale. "Imponendo ai dipendenti il trasferimento fuori Milano stanno cercando di ridurre il personale senza neppure osservare le procedure di legge – spiega Bruno Bifronte, segretario generale della Uilcom-Uil Lombardia – e senza considerare che tra i lavoratori ci sono anche persone con invalidità o che usufruiscono della legge 104 per familiari bisognosi di assistenza. The Space gestisce diverse sale nella Città metropolitana di Milano, dove potrebbero essere ricollocati dopo la chiusura dell’Odeon".
Intanto stanno smaltendo le ferie in un’estate amara, segnata dal conto alla rovescia verso il primo settembre e dalla speranza di un dietrofront. "La cessazione dell’attività nata dallo scioglimento del contratto di locazione accordata in via anticipata con la proprietà dello stabile ha spiazzato tutti per l’improvvida scelta – spiegano i rappresentanti sindacali della Slc-Cgil e della Uilcom –. Una decisione peraltro procrastinabile alla luce della durata effettiva del contratto d’affitto nonché per le ottime performance del cinema Odeon". Puntano il dito contro la decisione dell’azienda di "trasferire unilateralmente tutti i dipendenti part time presso strutture cinematografiche in Veneto, in Liguria, in Emilia Romagna e in Puglia", mettendoli quindi "in condizione di dover rinunciare al loro posto di lavoro, a fronte di trasferimenti insostenibili".
I sindacati annunciano quindi azioni legali, impugnando le lettere di trasferimento davanti al Tribunale del lavoro. Una battaglia giudiziaria quando ormai saranno spente le luce del tempio del cinema in via Santa Radegonda, a pochi passi dal Duomo, riuscito a sopravvivere ai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e all’avvento delle televisioni private negli anni ’80, che ha ospitato star del cinema e anteprime da Oscar. Una storia lunga 94 anni sulla quale, infine, è stato fatto calare il sipario.