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Il campo nomadi di via Chiesa Rossa è su un’area comunale. L’avviso di sfratto alle famiglie è stato notificato sabato dalla polizia locale
e Marianna Vazzana
L’avviso di sfratto ai nomadi del campo di via Chiesa Rossa è stato notificato sabato dalla Polizia locale. I 180 rom censiti, presenti tutt’ora nell’area comunale, quasi tutti di nazionalità italiana e di residenza milanese, dovranno cercarsi una nuova collocazione e lasciare l’insediamento entro fine anno. Al di là della sparatoria dell’altra sera, il Comune ha già avviato l’iter per il "superamento" del campo rom attivo dal 2002. La delibera della Giunta comunale che ha messo nero su bianco la decisione risale al 19 dicembre scorso. Nella relativa nota si leggeva che "all’occupazione di spazi non compresi nell’area autorizzata, si aggiungono gravi problemi dovuti agli allacci abusivi alla fornitura elettrica che rappresentano un rischio per gli operatori e gli abitanti del campo e rendono l’intervento di superamento necessario e non più rimandabile, oltre ad una grande quantità di rifiuti. In attesa di ciò e in regime di urgenza, verrà messa in campo, solo in maniera temporanea, una soluzione tecnica che ripristini le condizioni di sicurezza".
Il futuro del campo nomadi di via Chiesa Rossa è stato uno dei temi affrontati ieri mattina in Prefettura dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Claudio Sgaraglia, una riunione a cui ha partecipato anche il sindaco Giuseppe Sala. Il Comitato ha svolto "un’attenta analisi della situazione", in attesa del "superamento dell’area, tenuto conto delle accertate condizioni di degrado, ai fini di una programmazione delle linee di intervento necessarie". Dove andranno i 180 rom? La collocazione dei nuclei familiari dovrà tener conto di eventuali condizioni di fragilità, come previsto dalla legge regionale numero 16 del 2016 e alla luce di un confronto tra Prefettura, Municipio 5 e associazioni che rappresentano le comunità rom e sinti. Non è escluso che, in determinati casi, possano essere assegnate case popolari ad alcune famiglie che dovranno lasciare l’insediamento.
La prospettiva della collocazione dei rom in alloggi Aler o Mm è duramente contestata dall’eurodeputata e consigliera comunale della Lega Silvia Sardone: "L’ultima sparatoria nel campo nomadi non può e non deve passare inosservata: sindaco Sala e Giunta si tolgano le fette di salame dagli occhi e cessino ogni interlocuzione con le famiglie sui ricollocamenti nelle case popolari una volta che l’insediamento sarà sgomberato così come annunciato. Il Far West di ieri è la tragica conseguenza di un decennio abbondante di buonismo e di coccole ai “fratelli rom” da parte della sinistra". La pasionaria lumbard conclude così: "Dopo aver sistemato i rom di via Bonfadini non si azzardino a regalare case anche ai “colleghi” di Chiesa Rossa tramite le solite scorciatoie. Siamo pronti a mobilitarci per scongiurare l’ennesima vergogna". L’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa rincara la dose: "Si proceda ma senza dare case popolari ai nomadi come avvenuto in passato".
Ribatte un portavoce degli abitanti del campo di via Chiesa Rossa, "il Villaggio delle Rose – sottolinea –, dove risiedo dal 2002. Siamo d’accordo con chi dice che non dobbiamo andare nelle case popolari, perché noi abbiamo già le nostre: quelle di via Chiesa Rossa, su cui abbiamo investito per il nostro futuro. Ma vogliono distruggerle e noi siamo scioccati e disperati perché la decisione ormai è presa. Allora qual è l’alternativa?".