Chiedere la chiusura del Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di via Corelli non solo con dichiarazioni politiche ma con un atto del Consiglio comunale. Il Partito democratico a Palazzo Marino ci sta lavorando, dopo che la Procura di Milano ha avviato un’indagine per frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta nei confronti degli amministratori di Martinina srl, la società che gestisce il Cpr milanese. Tra gli atti depositati in Consiglio comunale, c’è già un ordine del giorno – firmato dai dem Alessandro Giungi e Daniele Nahum del 2022 ma non ancora discusso dall’assemblea municipale – che chiede la chiusura del Cpr di via Corelli. Nahum, presidente della sottocommissione Carceri di cui Giungi è il vice, premette che "in questa consiliatura, come sottocommissione Carceri, abbiamo fatto diversi sopralluoghi all’interno, denunciandone le condizioni vergognose" e si dice "convinto che per il Consiglio Comunale sia giunto il momento di una formale presa di posizione pubblica che si esprima per la chiusura del Cpr". La posizione di Giungi e Nahum è condivisa dal segretario milanese dei dem Alessandro Capelli e dal capogruppo dem in Comune Filippo Barberis, che in una nota spiegano: "A Milano è inaccettabile che ci sia un luogo dove i diritti umani vengono calpestati e dove le condizioni sono ben oltre i limiti accettabili della vivibilità. Lunedì (domani, ndr) in Consiglio comunale chiederemo la chiusura del Cpr di via Corelli almeno fino alla fine delle indagini della Procura". L’odg Giungi-Nahum potrebbe essere parzialmente modificato e rimesso al voto dell’aula.
Massimiliano Mingoia