Milano – Aggredito alla stazione di Lambrate, Christian Di Martino, a quanto si apprende, è stato sottoposto a un intervento programmato per la rimozione di garze inserite per tamponare le emorragie. Dopo l'operazione, riuscita, l'agente verrà trasferito per altri 6 o 7 giorni in terapia intensiva. Fortunatamente i parametri sono stabili e nel pomeriggio riceverà la visita dei parenti. Nel pomeriggio ha anche ricevuto il sostegno a distanza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che sui suoi social ha condiviso il video degli allievi agenti del 225esimo corso che hanno urlato “Forza Christian!”.
Il viceispettore delle Volanti era stato accoltellato alla schiena nella notte tra il 7 e l’8 maggio mentre tentava di bloccare un 37enne marocchino che lanciava sassi contro treni e persone alla stazione di Lambrate. Il poliziotto era giunto sul posto proprio per fermare il suo aggressore, Hasan Hamis, che stava lanciando pietre contro i treni, ferendo tra l’altro una donna di 55 anni portata per gli accertamenti del caso all'ospedale Fatebenefratelli.
Si è salvato solo grazie alla "prontezza degli agenti presenti” che ha “impedito che l'azione” di Hasan Hamis “giungesse a consumazione”, e “solo il tempestivo intervento chirurgico” ha “scongiurato” la morte, “pur essendo il Vice Ispettore ancora in pericolo”. Sono le parole del gip di Milano Lidia Castellucci nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per il marocchino.
Il quale, nell’interrogatorio di ieri mattina nel carcere milanese di San Vittore, ha cercato di giustificare l’aggressione alla stazione di Lambrate dicendosi dispiaciuto per l’accaduto e motivando i suoi gesti come una reazione inconsulta data la situazione di continuo disagio e tensione in cui si trova, vivendo sempre in strada. "Io ho visto delle persone che stavano giocando con me e che mi puntavano contro tante luci dicendomi 'adesso ti prendiamo” ha messo a verbale oggi il 37enne nell'interrogatorio, tentando di sostenere di non aver capito subito che si trattasse di poliziotti e, spiega la giudice, “volutamente” omettendo di dire che lui prima aveva “scagliato pietre contro il convoglio di un treno”.
Per quanto riguarda Di Martino, ieri dopo un intervento durato oltre quattro ore e più di settanta sacche di sangue trasfuse - le coltellate, oltre a danneggiargli il duodeno, un rene e un polmone avevano lesionato arterie, provocandogli massicce emorragie -, il 35enne è ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dell'ospedale Niguarda di Milano. La prognosi rimane riservata.