Sesto San Giovanni (Milano) – Un grande striscione campeggia all’ingresso: ‘Donze sempre con noi, forever Bro’. Lo hanno fatto i suoi compagni. Sotto choc.
Centro di formazione professionale ‘Achille Grandi’ di Afol Metropolitana a Sesto San Giovanni, via Italia. Una scuola popolata da 300 ragazzi, fra corsi diurni e serali, offre corsi dai 14 ai 18 anni nei settori della meccanica e della ristorazione. Christian Donzello, il ragazzo di 16 anni morto ieri in un tragico incidente in moto a Biassono, veniva a scuola proprio qui, a due passi dalla sua casa all’estrema periferia di Monza, al quartiere Sant’Alessandro.
Fabrizio Buselli, dirigente del Cfp non si sottrae.
“Sì, Christian era un ragazzo di terza benvoluto da tutti, timido ma nel cuore di tanti amici. Ieri è stata una giornata difficile, i compagni hanno fatto molta fatica ad accettare questa tragedia, lo abbiamo ricordato tutti assieme. Era un bravo ragazzo con tutte le sue sfaccettature come per tutti i ragazzi che fanno una scuola professionale, che con grande impegno e attenzione era riuscito ad arrivare in terza al corso di meccanica”.
Era appassionato di motori.
“Alla nostra scuola abbiamo corsi di cucina e di meccanica per auto, al Grandi di sono tanti motoristi appassionati di due ruote come Christian. Amava venire qui e seguire le lezioni in laboratorio. Lui veniva a scuola con la sua moto 125, una moto non da strada ma di quelle a sella alta”.
Gare ed esibizioni clandestine?
“Non ne sapevo nulla. Per quanto riguarda i ragazzi, penso che dobbiamo avvicinarli entrando nella loro dimensione o non ci diranno più nulla”.
Il rischio è isolarsi sui social...
“Dobbiamo fargli capire che possono coltivare la loro passione ma rimanendo nelle regole. Senza criminalizzare i motori, il nostro scopo è far capire che le passioni si possono vivere, ma in piste regolamentari, non per strada o in posti proibiti. Dobbiamo guadagnare la loro fiducia, altrimenti non ci diranno più nulla. Dobbiamo accompagnarli”.
I motori sono un pericolo?
“La cultura del motore c’è, è dappertutto, per strada, alla televisione, sui giornali, su internet, il nostro ruolo è far capire che si può seguirla senza rischi, che i caschi vanno sempre allacciati bene, che le norne di sicurezza vanno rispettate”.
Come scuola, farete qualcosa per ricordare Christian?
“Sì, faremo di sicuro anche se in questo momento ancora non so esattamente cosa. Ieri eravamo tutti troppo impegnati a rielaborare il lutto”.
La famiglia di Christian?
“Persone normali, presenti, con cui era sempre aperto un dialogo, attenti alle esigenze della scuola e del bene di loro figlio”.