Era un jumper esperto. E quella montagna l’aveva scelta già nell’agosto di due anni fa. Raian Kamel martedì ha indossato la sua tuta alare per l’ultima volta. Quel salto al Piz de Lach gli è stato fatale. Solo pochi giorni prima era andato a trovare il suo amico Thomas Marchesotti, che lo accompagnava come fotografo nelle sue imprese. “Era passato a salutarmi, come era solito fare, prima della sua avventura sulle Dolomiti. Ci siamo salutati con un abbraccio come ogni volta. Ecco, vorrei poter chiedere al tempo, solo per quell’istante, di fermare tutto quanto". Base jumper di professione, "amante della montagna e viaggiatore nel mondo", si definiva Raian. Che aveva 36 anni, era nato a Breno, nel Bresciano, ma viveva a Cinisello.
"In pochi secondi vivi una storia, un momento unico e irripetibile", raccontava della sua passione. Nel 2021 si era laureato in Ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, ma il richiamo delle vette non lo aveva lasciato mai. "Ci siamo conosciuti quasi per caso e quasi per caso abbiamo iniziato a trovarci in sintonia. Mi ha concesso di far parte di questo sport, lo condividevamo – racconta Marchesotti -. Io mi limitavo a fare qualche scatto e a godermi il mondo visto da lassù. Non ho mai avuto il coraggio di fare il passo successivo". Martedì, dopo essersi lanciato dal Piz de Lach, non ha trovato l’atterraggio prestabilito, ma si è andato a schiantare, cadendo in un canalone ghiacciato a 2,400 metri di altezza. "Tendiamo a dare a dare per scontato che faremo il salto in sicurezza e torneremo a casa come sempre. Decidi cosa mangiare a cena quella sera, dove andare con gli amici la prossima settimana, dove viaggiare il mese prossimo. E a volte dimentichiamo quanto basta poco per morire".
A parlare è un amico e collega, Koki Minami, che ha iniziato la carriera come wingsuit base jumper nel 2018. "Anche se non ho trascorso molto tempo con lui, mi è bastata un’avventura per conoscere la sua passione per il salto e la sua gentilezza. Avrei voluto vivere più avventure insieme". Raian era anche un filmaker. Amici e fanbase lo chiamavano "il ragazzo con le ali". Sconvolta anche la comunità degli sport definiti estremi. "È una notizia bruttissima. Ora si è compiuto il suo volo più grande, anche se davvero troppo presto", commentano gli amici. E, ancora, "Sei un eroe. Ora potrai continuare a volare in altri cieli blu".