NICOLA PALMA
Cronaca

Ciclista travolta da un camion: l’assessore Granelli indagato per la morte di Veronica D’Incà

Notificato l’avviso di chiusura dell’inchiesta sull’incidente di due anni fa in viale Brianza. A ottobre si vide recapitare un provvedimento simile per la tragica fine di Cristina Scozia

L'assessore Marco Granelli

L'assessore Marco Granelli

Milano – Due casi molto simili. Con conseguenze al momento quasi identiche. A metà ottobre 2024, la Procura ha notificato all’assessore comunale alla Sicurezza Marco Granelli l’avviso di chiusura indagini sulla tragica fine di Cristina Scozia, la ciclista di 39 anni travolta e uccisa da una betoniera il 20 aprile 2023 all’angolo tra corso di Porta Vittoria e via Sforza.

A distanza di tre mesi, martedì l’esponente della Giunta Sala si è visto recapitare dagli agenti del Radiomobile della polizia locale un altro provvedimento del tutto analogo, su un altro investimento mortale: quello della manager trentottenne Veronica Francesca D’Incà, investita senza scampo alle 15 del primo febbraio 2023 da un camion all’incrocio tra piazzale Loreto e viale Brianza, lungo l’ultimo tratto di pista ciclabile che copre quasi interamente viale Monza.

L’accusa ipotizzata dalla pm Barbara Benzi è sempre la stessa, stando a quanto risulta al Giorno: concorso in omicidio colposo stradale con il conducente del mezzo pesante e con il tecnico (ormai ex) co-firmatario con Granelli dell’ordinanza che ha istituto quel percorso per bici, autorizzato in via sperimentale come quello di via Sforza (e molti altri in giro per la città) per un anno dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in piena pandemia.

Tutto lascia pensare che le conclusioni della Procura, a valle degli accertamenti investigativi dei ghisa, non vadano troppo lontane da quelle contestate per lo schianto fatale a Scozia. In quell’occasione, i pm hanno acceso i riflettori su una ciclabile che, a loro avviso, sarebbe stata progettata male (senza cordoli protettivi come quelli installati successivamente in corso Buenos Aires) e dotata di una segnaletica (in particolare nel punto in cui avvenne l’impatto) non conforme al Codice della strada e tanto “contraddittoria” da generare confusione in ciclisti, motociclisti e automobilisti. Tutti elementi che, secondo i magistrati, avrebbero avuto la conseguenza di “incrementare il pericolo”, concretizzatosi nell’incidente costato la vita alla trentanovenne.

A seguito della notizia dell’avviso di chiusura indagini di ottobre, il sindaco Giuseppe Sala aveva commentato: “Se dovesse passare l’idea che le piste ciclabili possono essere fatte solo se protette da cordoli, abbiamo finito di fare piste ciclabili a Milano”. Passando alle possibili conseguenze legali per il suo assessore, il primo cittadino aveva aggiunto: “Vediamo cosa decideranno. Non è una premessa rituale, ma in politica conosco pochissime persone brave come Marco Granelli, che si impegna per senso del dovere. Quella delibera (per la ciclabile di via Sforza, ndr), tra l’altro, lui come assessore poteva evitare di firmarla, perché non era obbligato a farlo. Granelli l’ho incontrato ed è sereno. Non è facile, però. Ormai ho più di un dirigente che lascia l’amministrazione comunale perché è rischioso, anche per chi non fa politica”.

A fine novembre, il direttore generale di Palazzo Marino, Christian Malangone, ha nominato la sua vice Carmela Francesca responsabile del “servizio di supporto nell’analisi e nella verifica degli aspetti connessi alla sicurezza stradale delle piste ciclabili in segnaletica e delle corsie ciclabili del Comune”. Due gli obiettivi: mappare l’esistente e stilare linee guida per il futuro.