
I rilievi della polizia locale sul luogo dell’incidente. Nel riquadro a destra, Alfina D’Amato
Milano, 9 marzo 2025 – Assolto dall’accusa di omicidio stradale per non avere commesso il fatto. Per la Corte che ha pronunciato la sentenza, il conducente del mezzo pesante che in piazza Durante, zona Loreto, nel giugno del 2023 travolse e uccise Alfina D’Amato, 60 anni, non avrebbe avuto, nemmeno tecnicamente, la possibilità di vederla arrivare in sella alla sua bicicletta.
I periti, nominati dai giudici, hanno analizzato gli ultimi minuti prima dell’investimento, anche attraverso le telecamere che hanno ripreso solo la parte finale dello schianto, quando la povera Alfina, con la sua bici bianca, era già incastrata sotto il mezzo. Il camion betoniera proveniva da via Predabissi e doveva svoltare a destra. L’uomo alla guida, un 57enne italiano, hanno ripreso le telecamere, è partito con il semaforo verde e correttamente ha messo la freccia ad indicare la svolta.
Nel momento in cui è scattato il verde e si è immesso in via Andrea Costa, le immagini delle telecamere non riprendono nessuna bici. I periti hanno calcolato che un mezzo pesante di quelle dimensioni per svoltare, dopo lo scatto del semaforo verde, impiega circa dieci secondi. Ed è proprio in quel lasso di tempo che la D’Amato sopraggiunse a forte velocità con la sua bici. Probabilmente, avendo visto, da lontano, il semaforo verde, aumentò la velocità della pedalata per approfittare del passaggio prima che scattasse il rosso.
A quel punto la 60enne, stando sempre alla relazione dei periti, si sarebbe inserita nello spazio tra le auto parcheggiate sulla destra e il camion in manovra. Lei, in sella alla bici ha proseguito la pedalata in direzione piazza Durante, il camion, invece, ha svoltato a destra, tagliandole la strada e travolgendola in pieno. A quel punto il mezzo l’ha trascinata per una cinquantina di metri, il 57enne ha arrestato la marcia solo nel momento in cui il guidatore si è accorto delle molte persone che gesticolavano indicandogli quanto successo e vedendo la bici dallo spcchietto. “Non mi sono accorto di nulla - ha detto l’uomo - pensavo si trattasse di un dosso sulla strada”, prima di esser ricoverato sotto choc.