Riccardo
Riccardi
I l miliardo e 412 milioni di abitanti cinesi rappresentano oltre il 20% dello intero globo. Nel XX congresso nazionale del partito comunista è stato eletto per il terzo mandato XI Jinping, imperatore del Dragone. Lo sbandierato credo marxista-leninista è soltanto facciata.
Il pensiero dominante è sempre confuciano. In un paese ateo, il mandato celeste proviene dal cielo, suprema divinità. La maggioranza dei cinesi è pragmatica ed incline allo utilitarismo. Accetta la censura di internet, i metodi contro i dissidenti, il divieto di affrontare in pubblico determinante teorie politiche ecc. Vuole benessere sociale, miglioramento delle condizioni di vita e la grandeur della nazione. Xi Jinping, che non ha esitato a far fuori alcuni deboli contendenti, umiliandoli, è il prototipo del vero cinese. Impenetrabile, imprevedibile e custode della supremazia culturale cinese su quella occidentale. Xi Jinping ha spesso richiamato a Mao che fece uscire il paese della umiliazione. L’imperatore è conscio che, per mantenere il potere, deve dare benessere ai suoi concittadini. Il prolungamento della guerra in Ucraina causerà una grave depressione mondiale che colpirà anche il dragone, alle prese con diverse bolle. Xi ha dichiarato la sua amicizia verso la Russia che, nel retropensiero, considera vassalla. Anche se a tempo debito. La pace è essenziale. Ma come?
Soltanto l’accordo commerciale delle due potenze egemoni del globo consentirà la fine della belligeranza. La Cina per sfamare il miliardo e mezzo dei sudditi, conditio sine qua non per mantenere il potere allo interno e per proseguire la avanzata estera. Gli Usa per mantenere la sovranità mondiale degli affari. Ed il diritto internazionale violato per la vergognosa aggressione? Per Machiavelli “gli Stati non si governano con i paternostri”. Purtroppo. Vincerà il solito gesuitico compromesso per il quale “pecunia non olet”.