Milano,. 5 giugno 2019 - Cinema all'aperto nelle serate estive? Quest'anno rischia di saltare. Agli organizzatori di 'Scendi c'è il cinema', il progetto che a Milano trasforma i cortili dei caseggiati popolari della zona 6 e del Giambellino (da dove è partito) in luoghi ricreativi all'aperto, è arrivata una brutta notizia: l'Associazione nazionale esercenti cinema (Anec), ha detto 'no' a qualsiasi tipo di manifestazione cinematografica che preveda ingressi gratuiti per opere uscite negli ultimi due anni. Più semplicemente da quest'anno le case di distribuzione non concederanno a 'Scendi c'è il Cinema' liberatorie per proiettare film recenti.
Il Laboratorio di quartiere Giambellino Lorenteggio si sfoga sul suo profilo Facebook: "Loro pensano che Scendi c'è il Cinema tolga spettatori alle grandi arene estive a pagamento di Milano e danneggi l'industria cinematrografica. Aspetta aspetta ripetiamolo in un altro modo: se sei povero, abiti in una casa popolare e non puoi spendere 7 euro di biglietto non ti guardi un film appena uscito gratuitamente su grande schermo! Come si dice...la cultura deve essere accessibile a tutti...quelli che pagano". E ancora: "Nel 2012 quando abbiamo iniziato eravano i primi a fare il cinema estivo nei cortili. Poi le rassegne si sono moltiplicate ma siamo rimasti una delle poche realtà che offre film di qualità e aggiornati, completamente gratuiti. Perchè quello che ci interessa non è solo vedere un film all'aperto ma fare incontrare persone che altrimenti non si incrocerebbero mai, accogliere la città nel cuore della periferia, raccontarne luci e ombre al di là di sterotipi e rappresentazioni gridate. Gli abitanti che ogni anno aprono le porte delle loro case, sistemano i cortili, offrono la corrente dalle loro case e l'acccesso ai servizi, sono loro che hanno diritto ad una cultura accessibile economicamente e in quartiere senza essere costretti ad andare in centro città". "Questo è il senso di Scendi c'è il Cinema - conclude il post - che non minaccia certo i fatturati delle arene estive a pagamento, bensì sfida gli atteggiamenti discriminatori, il razzismo, la cultura della separazione.