
Cinemateatro Argentia. Da 70 anni a Gorgonzola baluardo della cultura
La grande serata inaugurale del 26 settembre 1954, con il discorso del prevosto, le musiche di Puccini, Corelli e Rossini, le parole d’orgoglio del progettista, l’applauso del pubblico. Il palco dei primi decenni, la Filodrammatica “Virtus et labor“, i complessi corali e le rappresentazioni dei giovani dell’oratorio. Gli spettacoli degli anni Sessanta e Settanta, fra impegno e contestazione. Poi il tempo della crisi, la lunga chiusura, i radicali (e costosi) interventi di messa a norma e adeguamento, sostenuti dalla parrocchia. Sino al nuovo “su il sipario“ del 1997 e all’inizio della nuova cavalcata. Che dura ancora oggi.
Nei settant’anni di Sala Argentia, lo storico cinema teatro parrocchiale di via Matteotti a Gorgonzola, corre un pezzo di storia del teatro, dello spettacolo e della cultura dell’Adda Martesana. Un librettino originale ricorda la sala delle origini: 1.300 metri di superficie, 1.280 posti, 19 mila metri cubi di spazio. Frutto, allora, di 13.500 giornate di lavoro e fatica. Il restyling degli anni Ottanta e Novanta ha ridotto i posti (da 1.280 a 700) e adeguato strutture e impianti alle nuove normative. Un nuovo grande impegno "la diocesi – ricorda Pier Invernizzi, direttore della sala dal 1995 – invitava con forza a ‘riappropriarsi’ di queste strutture. E la gente attendeva la riapertura. Non voleva che questo luogo morisse".
Dalla prima a seconda vita un salto di epoche e abitudini. L’avvento della televisione. I gusti che cambiavano. Un necessario cambio di passo. I primi spettacoli fuori porta delle compagnie milanesi. "La sala si presta, per dimensioni e per caratteristiche tecniche: da muro a muro il palco misura venti metri. Le compagnie si muovono con agio. Per non dire di concerti, saggi di danza. Spettacoli imponenti dal punto di vista fisico".
I numeri di Sala Argentia oggi sono da capogiro. 270 giornate di attività l’anno, un totale, tutto “calcolato“, di 590 eventi. 450 abbonati. Un grande lavoro, reso possibile da uno stuolo di volontari, "almeno 120. E ce ne vorrebbero di più. Cosa fanno? Tutto. Biglietteria, maschera, supporto alle attività d’ufficio, servizio bar. Una ricchezza".
Tre voluminosi album all’ingresso raccontano decenni di spettacoli e grande teatro: locandine, immagini, autografi, dediche. Isa Danieli e la “sua“ Filumena Marturano, Paola Quattrini, i Legnanesi. Enzo Iacchetti e Gaspare e Zuzzurro. Michele Placido, la “Gabbianella“ di Oriella Dorella, Raffaele Paganini, che "cantò sotto la pioggia" in terra di Martesana. Franca Valeri e Ottavia Piccolo. Luciana Savignano e Giulio Scarpati. La scelta del palinsesto della stagione teatrale è un lavoro di squadra. Un incrocio di gusti e budget. Di bisogni e di sogni.
"Uno, due ‘nomi noti’ in ogni programma stagionale sono necessari. E questi biglietti li ‘polverizzi’. Quelli dei personaggi più celebri. Sino a qualche tempo fa i comici televisivi. Oggi gli attori che vanno per la maggiore sul piccolo schermo". Imperativo osare. "Ci sono anche spettacoli che fatichi di più a vendere. Ma bisogna farlo. Il pubblico va accontentato. Ma va anche ‘allenato’". Soddisfazioni. "Constatare che uno spettacolo ‘poco masticabile’ sulla carta invece piace. Quando il pubblico all’uscita commenta “Bello. Non me l’aspettavo“" Ogni anno una classifica mette in fila il gradimento delle singole rappresentazioni, "e anche da qui arrivano sorprese. Per noi uno spunto prezioso per le programmazioni successive". Decenni di eventi e avvenimenti. Nell’ottobre del 2012 l’allagamento in platea durante le prove del musical “Titanic“ finì su tutti i giornali: "Ora possiamo dirlo, fu una straordinaria campagna promozionale". Un’emozione: "Solo pochi mesi fa, quando abbiamo ospitato il Pinocchio della Compagnia Carlo Colla e Figli. È stato toccare l’essenza stessa del teatro".
Un sogno: "Portare a Gorgonzola l’Arlecchino servitore di due Padroni. Non ci sono ancora riuscito. Questione di circuiti". L’ultimo grande spettacolo del programma del Settantesimo sarà il 5 aprile: “Vorrei che fosse amore – Omaggio a Mina“, concerto recital con Silvia Mezzanotte "musica e storia di un’epoca. Uno spettacolo-concerto molto suggestivo". L’appuntamento più vicino è invece quello con l’“Anatra all’arancia“ con Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli, martedì 25 febbraio: "Un grande classico". La chiusura stagionale sarà per “Farà giorno“ di Piero Maccarinelli.