Cinisello Balsamo, 22 gennaio 2024 – Vent’anni per avere una sentenza definitiva. Per definire chi e quanto doveva pagare interventi effettuati addirittura negli anni ’70 (per fortuna sono stati esclusi i fatti dal 1913). È arrivato in questi giorni l’esito del Lodo arbitrale relativo alla controversia sorta tra UnaReti gas (già A2A Reti gas spa e prima AEM Distribuzione Gas e Calore spa) e il Comune rispetto alla convenzione per la concessione del servizio di distribuzione del gas, stipulata nel 1995 e durata fino al 2004. Il Comune dovrà sborsare 20 milioni, che equivalgono a un quinto del bilancio pubblico.
Il groviglio legale
Una lunga e complicata vicenda giudiziaria che ha visto impegnate per anni le amministrazioni in ricorsi e controricorsi per determinare la proprietà e il valore degli interventi effettuati sulla rete, anche quelli dei decenni precedenti, a partire dal 1970. “Secondo l’operatore gli investimenti sulla rete, poi entrati a patrimonio del Comune, non erano stati pagati – spiega il sindaco Giacomo Ghilardi – Sono 17 anni di cause che hanno fatto schizzare gli interessi moratori, già inseriti in una convenzione per noi molto penalizzante per l’ente: su un capitale di 9,9 milioni gli interessi sono il doppio”.
La Corte di Cassazione nel 2008 definiva la proprietà delle reti al Comune, nel 2009 si costituiva un primo Collegio arbitrale per la definizione del valore delle reti da corrispondere al concessionario come indennizzo per la gestione e gli investimenti.
Valore che il lodo ora ha stabilito in 9,9 milioni di euro, a cui si aggiungono l’Iva al 10% e gli interessi moratori stabiliti dalla Cassa depositi e prestiti, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. “Ancora una volta riceviamo dal passato un fardello pesante da gestire, frutto di una cattiva gestione. Questo debito necessariamente dovrà essere da noi affrontato con serietà e con lucidità - continua il sindaco -. Di fronte a una cifra del genere qualsiasi altro Comune andrebbe in dissesto. Noi al contrario lavoreremo per far fronte al problema, come già dimostrato in questi anni con senso di responsabilità. In questi giorni dobbiamo chiudere il bilancio con la presenza di questo debito: la situazione ci costringerà a fare insieme dei sacrifici”.
Come uscire dall’impasse
L’imperativo è di non toccare i servizi essenziali e quelli dedicati alle persone più fragili. “Stiamo ricostruendo la vicenda giudiziaria, anche se sembra acclarata la responsabilità di chi ci ha preceduto nella gestione del bene comune: le amministrazioni di sinistra. Nello stesso tempo dobbiamo cercare delle soluzioni sia da un punto di vista tecnico che politico. Senza dubbio una cifra del genere necessariamente comprometterà alcuni investimenti – annuncia Ghilardi -. Dobbiamo essere consapevoli che questo inciderà, inevitabilmente, in qualche misura, sulle imposizioni locali, ma vogliamo rassicurare che stiamo lavorando per limitare al massimo l'impatto sui cittadini”.
Modello da non imitare
L’obiettivo è quello di non replicare il passato dei vicini di casa. “Il Comune che ha avuto un debito pesante come il nostro è Sesto San Giovanni, che pochi anni fa ha scelto la procedura di predissesto e ha dovuto svendere le farmacie, vendere o dare in gestione parte del patrimonio e tagliare sui servizi. È una botta non facile da assorbire e abbiamo tempi brevi, ma stiamo cercando di capire come liberare risorse, ad esempio l’avanzo di amministrazione mai speso in questi 3 anni, per coprire almeno una parte consistente di questi 20 milioni”.
Non sono mancate le polemiche politiche. Già ore prima della comunicazione ufficiale del Comune, il Pd aveva inviato un comunicato in cui metteva le mani avanti. “Se l’amministrazione intende usare la recente conclusione di questa vicenda per accusare in maniera del tutto semplicistica non solo le Giunte passate ma anche l’attuale opposizione, non cadremo nella trappola – hanno anticipato i Dem – Governano da 6 anni, le Giunte passate hanno accantonato ogni anno cifre importanti e la scelta di acquisire la rete ha portato 1,5 milioni di introiti all’anno per i 17 anni di concessione. Come maggior partito di opposizione, faremo la nostra parte affinché si trovi una soluzione ragionevole e sostenibile”.
Il precedente
Solo 4 anni fa arrivò l’esito di un’altra annosa vicenda giudiziaria, quella con la società Caronte, che vide il Comune pagare 5,5 milioni. Prima ancora, si incappò in altre due sentenze da oltre un milione l’una. “Più che guardare a quanto abbiamo accantonato, il Pd dovrebbe guardare ai nodi che abbiamo ereditato. È stato un crescendo di tegole – conclude il sindaco Ghilardi -. Chi ha causato il male oggi non suggerisca la cura. Non mancheremo, ovviamente, di valutare ogni azione giudiziaria nei confronti di chi ha causato con azioni od omissioni questo ennesimo disastro”.