
Siria Trezzi
Cinisello Balsamo (Milano), 17 marzo 2021 - Fissata all’11 maggio davanti alla gup del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti l’udienza preliminare per la presunta corruzione nell’operazione urbanistica ex Auchan-parco del Grugnotorto. E per gli imputati ci sarebbero in vista richieste di riti abbreviati e di patteggiamenti. Alla sbarra, dopo la richiesta di rinvio a giudizio presentata dai pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio, l’ex sindaca Pd di Cinisello Balsamo Siria Trezzi, il marito Roberto Imberti vicesindaco fino al 2013, l’ex assessore Ivano Ruffa, l’ex consigliere comunale Franco Marsiglia e l’immobiliarista Paolo Cipelletti. Nel giugno scorso per Siria Trezzi, il coniuge e l’imprenditore erano scattati gli arresti domiciliari, sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip del Tribunale di Monza Patrizia Gallucci, che aveva invece disposto l’obbligo di firma per Ruffa e Marsiglia. Secondo la Procura di Monza, la corruzione starebbe nell’avere favorito il più grosso imprenditore immobiliare di Cinisello attraverso un meccanismo che avrebbe consentito la supervalutazione di una vasta parte delle aree del parco del Grugnotorto, di sua proprietà, a cui l’amministrazione comunale era interessata. L’indagine è partita dalle denunce presentate dall’ex consigliere dei 5 Stelle Giancarlo Dalla Costa e dagli ambientalisti e riguarda il Pgt varato nella passata legislatura, ma di fatto affonda le sue radici nelle vicende urbanistiche degli ultimi 30 anni, che arrivano fino al progetto di riqualificazione del quartiere Bettola, dove dal 2015 si attende il capolinea del metrò. Lo strumento scelto è quello della compensazione urbanistica. Ossia offrire al proprietario delle aree del Grugnotorto un valore di superfici edificabili "da spendere" in altre zone della città. In questo modo il Comune avrebbe potuto "acquisire il parco" e renderlo pubblico. Gli imputati sono tutti a piede libero perché, subito dopo le misure cautelari, la gip ha ritenuto che non ne sussistessero più le esigenze in quanto tutti si sono dimessi dalle cariche che detenevano. "Volevo solo dare un parco alla città", si difende la Trezzi.