"PizzAut è nel cuore della democrazia dell’Unione". Trasferta a Bruxelles per Nico Acampora (nella foto), adesso Cittadino d’Europa. "Un’emozione indescrivibile" per il papà delle pizzerie di Cassina e Monza gestite da giovani autistici che ieri ha ricevuto il premio che il Parlamento consegna a chi "si impegna per i più fragili". Così "l’Italia esporta la propria filiera migliore: cibo, pizza, amore e inclusione", ha detto il fondatore alla platea. "C’è grande interesse per il nostro progetto da parte di tutti gli stati membri - aggiunge -: i nostri ragazzi, il loro coraggio, la loro tenacia, sono diventati un esempio per tutti. Sono sicuro che questo farà aumentare l’attenzione delle istituzioni per i sei milioni di europei aut con riflessi importanti su diritti e possibilità. È questa la ragione per la quale siamo arrivati fin qui". La prima tappa del nuovo percorso è già fissata: a gennaio la brigata cassinese tornerà a Bruxelles "per cucinare la pizza più buona della galassia conosciuta per i parlamentari europei. L’Italia sarà protagonista e protagonisti saranno pizzaioli e camerieri con le loro abilità. Dedicheremo la serata e anche una nuova ricetta a David Sassoli, che per primo intuì la portata di questa iniziativa".
La cerimonia di qualche ora fa "è il segno tangibile di un’inversione di tendenza, la prova che la questione posta con forza dall’avventura dei locali speciali ha catturato l’attenzione di tutti". L’obiettivo "è togliere centinaia di migliaia di ragazzi e le loro famiglie dal silenzio: adesso hanno voce". Ed è proprio a loro che Acampora dedica il riconoscimento. "È un premio che voglio condividere con le mamme e i papà in prima linea per i diritti dei figli senza mai abbattersi anche quando perdono il lavoro per seguirli o che si indebitano per pagare le cure negate dal sistema sanitario e che malgrado tutto non smettono mai di sorridere". Tutto questo dimostra che "si può costruire un’Europa dei diritti anche per i più indifesi, un’Europa del lavoro dove il futuro delle persone autistiche sia la dignità e non la chiusura in casa o in istituto". Concetti ribaditi qui dopo la prima cerimonia, a Roma, a ottobre. Il prossimo passo sarà il franchising? "Un’operazione complessa da portare avanti con calma per il bene dei nostri figli. Contano solo loro". Le richieste arrivano da tutto il Paese, dal continente, dagli Stati Uniti e anche dalla Cina.
Bar.Cal.