REDAZIONE MILANO

Omicidio La Rosa, ergastolo per Raffaele Rullo e sua madre/ VIDEO

I due sono accusati della morte dell'ex calciatore, ritrovato in un fusto di benzina nel bagagliaio dell'auto della mamma del tecnico informatico nel dicembre 2017

Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, madre e figlio accusati di omicidio

Milano, 13 maggio 2019 - La Corte d'assise di Milano ha condannato all'ergastolo Raffaele Rullo, imputato per l'omicidio dell'ex calciatore Andrea La Rosa ritrovato in un fusto di benzina nel bagagliaio dell'auto della madre del tecnico informatico nel dicembre 2017. Stessa condanna per la madre Antonietta Biancaniello, ritenuta complice del figlio. I giudici hanno disposto anche risarcimenti provvisionali immediatamente esecutivi, per circa 475 mila euro: ovvero 400mila euro per i genitori di La Rosa e 75 mila euro per Valentina Angotti, la moglie di Rullo, che si è costituta parte civile in quanto sarebbe stata vittima di un tentato omicidio da parte del marito e della suocera, episodio avvenuto un mese prima del delitto La Rosa. Madre e figlio dovranno inoltre versare circa 23mila euro di spese legali.  Biancaniello è scoppiata in lacrime dopo il verdetto, mentre Rullo è rimasto impassibile. I familiari di La Rosa si sono abbracciati dopo la sentenza ma non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.

Questa mattina rendendo dichiarazioni spontanee, la 60enne si è assunta tutta la colpa del delitto La Rosa. "Ho fatto tutto io - ha detto - eccome se l'ho fatto io». Una frase che ha fatto sbottare la madre della vittima. «Basta, adesso basta», ha gridato la donna in aula interrompendo le dichiarazioni della donna. Anche Raffaele Rullo, in giacca e camicia, ha fatto dichiarazioni spontanee. "Mia moglie non c'entra nulla con questo omicidio", ha detto l'imputato, che ha voluto scagionare completamente sua moglie Valentina Angotti, da un eventuale coinvolgimento nel delitto dell'ex calciatore. Coinvolgimento invece ipotizzato dal difensore dell'informatico, l'avvocato Ermanno Gorpia. Quest'ultimo ha continuato a chiedere alla Corte di non pronunciare il verdetto subito ma di disporre oggi una perizia psichiatrica sugli imputati, riaprendo così l'istruttoria dibattimentale. Richiesta che non è stata accolta dalla prima sezione della Corte d'Assise presieduta da Ilio Mannucci Pacini.

Secondo i giudici della Corte d'Assise di Milano, che hanno letto la setenza dopo quasi 5 ore di camera di consiglio, madre e figlio sono colpevoli di omicidio volontario premeditato, soppressione di cadavere e tentato omicidio della moglie di Rullo. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini condotte dal pm Maura Ripamonti e coordinate dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, il movente del delitto è economico. Rullo aveva infatti ricevuto da La Rosa un prestito da 30 mila euro, gliene aveva chiesti altri 8, e avrebbe deciso di uccidere il 35enne proprio per evitare di pagare il debito contratto con il 35enne. Così, la sera del 14 novembre 2017, "attirò" La Rosa in Via Cogne a Quarto Oggiato, quartiere all'estrema periferia Nord del capoluogo lombardo. Il 35enne sarebbe stato portato nello scantinato di una palazzina popolare, drogato, colpito con una coltellata alla gola e infine richiuso in un bidone pieno d'acido per far sparire il cadavere.

La svolta nelle indagini arrivò esattamente un mese dopo il delitto: il 15 dicembre i carabinieri bloccarono lungo la statale Milano-Meda l'auto guidata da Antonietta Biancaniello, madre di Rullo, ritrovando, nascosto nel bagagliaio, il fusto dove era contenuto il corpo di La Rosa. L'autopsia ha chiarito che a stroncare il 35enne non fu la coltellata inflitta dagli assassini alla gola: La Rosa morì intossicato dalle esalazioni dell'acido contenuto nel bidone. Nel tentativo di scagionare il figlio, la donna si assunse ogni responsabilità dell'omicidio. Dalle indagini, al contrario, è emerso che fu Rullo a pianificare il delitto dopo il fallito omicidio della moglie Valentina Angotti. L'uomo, anche in questo  caso con la complicità della madre, avrebbe drogato la moglie con massicce dosi di benzodiazepine e insulina e, nel tentativo di inscenare un finto suicidio, le avrebbe tagliato i polsi della mani. Un piano architettato per intascare il premio da 150 mila euro previsto in caso di decesso della donna da una polizza vita. La Rosa, aveva sottolineato il pm Ripamonti in un passaggio della sua requisitoria, "non sarebbe morto se il tentato omicidio di Valentina Angotti fosse andato a buon fine".

La condanna dei due presunti killer arriva dopo quella di Sante Cascella, il 72enne proprietario della rimessa dove, per circa una decina di giorni, fu custodito il bidone pieno di acido dove era stato rinchiuso il cadavere del 35enne. All'uomo, che a differenza di Rullo e Biancaniello ha scelto il rito abbreviato (processo a porte chiuse e sconto di un terzo della pena) era stata inflitta una pena pari a 2 anni di carcere per favoreggiamento