BARBARA CALDEROLA e FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Orologio al polso e tuta da lavoro: l’Adda restituisce il corpo di Claudio Togni. L’imbragatura era ancora allacciata

Cassano d’Adda, moglie e figli hanno riconosciuto il Casio che l’operaio portava abitualmente. Ad avvistare il cadavere il custode della diga, ora sarà il Dna a confermare che si tratta proprio di lui

Cassano d’Adda (Milano) –  Dieci giorni appesi a un filo sottilissimo che solo il cadavere ripescato ieri a Cassano ha spezzato per sempre. Il corpo indossava la tuta ed era ancora imbragato, l’ipotesi è che sia Claudio Togni, l’operaio 58enne dell’Italgen caduto nell’Adda il 28 giugno, mentre era al lavoro su un canale scolmatore, a Concesa. Al polso aveva un orologio Casio, lo stesso che il tecnico indossava abitualmente e anche quella mattina. L’hanno riconosciuto moglie e figli arrivati di corsa da Paladina, nella Bergamasca. Per loro si chiude l’ultimo capitolo di una tragedia impossibile da accettare.

Claudio Togni morto nel fiume Adda mentre stava lavorando
Claudio Togni morto nel fiume Adda mentre stava lavorando

Le speranze di ritrovarlo vivo si erano assottigliate ora dopo ora quel maledetto venerdì che con l’acqua si è portato via il marito, il padre. Ma adesso è tutto terribilmente vero. Per una settimana e mezza vigili del fuoco e carabinieri hanno battuto il fiume fino a chilometri di distanza dal punto in cui l’uomo è scivolato per ritrovarlo, ma alla fine è riaffiorato da solo.

Ad avvistarlo, Marco Sciortino, custode della diga del Retorto. "Ho visto una sagoma bianca mentre l’elicottero si stava allontanando dopo aver perlustrato ancora una volta la zona, ho capito che poteva essere lui. Ho fatto un cenno perché tornassero".

Sarà il Dna a confermare che si tratti proprio del dipendente del gruppo Pesenti in servizio da 34 anni. Ieri pomeriggio l’azienda ha voluto esprimere ancora una volta tutto il dolore per la perdita: "Ci stringiamo intorno alla famiglia e ai colleghi - spiega una nota - la scomparsa di Claudio lascia un vuoto incolmabile. Si è sempre distinto per la sua grande professionalità e immense doti umane".

Nessuno riesce a distogliere il pensiero dalla sequenza fatale di pochi istanti che è costata la vita a Togni. La manutenzione alla diga di sbarramento, un’operazione portata a termine migliaia di volte, il volo in acqua, il tentativo dei colleghi che erano con lui di riprenderlo senza riuscirci. Un racconto drammatico fatto agli investigatori poco dopo i fatti, ancora sotto choc. Da quel momento le ricerche non si sono mai fermate, nonostante le difficoltà oggettive, per facilitarle è stato anche abbassato il livello del fiume gonfio per le piogge continue, ma fino a ieri, del disperso nessuna traccia. Restano da capire le cause dell’incidente sulle quali sono al lavoro gli ispettori di Ats. Saranno loro a chiarire cosa sia andato storto.