
Giuseppe, il clochard lettore di Corso Buenos Aires
MILANO – Il cielo di una metropoli è senza stelle. Al posto degli astri brillano i lampioni, i neon delle insegne, le luci abbaglianti delle pubblicità e le luminarie durante le feste. Sdraiato sul marciapiedi di corso Buenos Aires, Giuseppe R., senzatetto di 26 anni, vede le stelle appese tra i palazzi per gli auguri di Natale. Ha scelto un cantuccio tra via Scarlatti e piazza Lima, ai piedi di un tabellone pubblicitario che rischiara la serranda abbassata di un negozio; forse gli sembra la parete della casa che non ha più. Ma gli basta l’immaginazione. E quella luce, come fosse la lampada di un caldo salotto, è sufficiente per leggere un libro, tranquillo, avvolto nella sua coperta e incurante del freddo di fine dicembre.
“Ho scelto apposta questo punto - spiega - così posso leggere anche quando arriva la notte". Che d’inverno lo coglie di sorpresa già nel pomeriggio con le prime ombre e cala il sipario sul giorno senza preavviso. Nell’arteria dello shopping per eccellenza, Giuseppe è un senza dimora invisibile al quale si avvicinano solo i volontari di associazioni che gli offrono cibo e lo invitano a passare la notte al caldo, in un letto vero. Ma lui scuote sempre la testa. "Non vado più al dormitorio perché mi hanno rubato tutto: scarpe, vestiti, giacca, pure la biancheria". In strada non va meglio, "mentre dormivo mi hanno preso la borsa con il portafoglio e il cellulare", rivela. "Ma la differenza è che sono io a scegliere dove andare". E ha scelto di sistemarsi in quell’angolo di corso Buenos Aires "insolitamente deserto - raccontava due giorni fa - per essere un venerdì sera. Evidentemente, molti sono partiti per il Capodanno". Sotto la luce del tabellone pubblicitario apre “Il Codice da Vinci”. "Lo sto leggendo per la seconda volta - dice - perché non ho il seguito (“Angeli e demoni”, ndr) e lo trovo ancora più bello della prima volta".
Non è da sempre appassionato della lettura, "anzi, in passato, leggere mi annoiava. Ha iniziato a piacermi da quando mi hanno rubato il cellulare: non sapevo come ingannare il tempo e così ho preso un libro in mano quasi per gioco. Ora però non smetterei mai". Ha scoperto che, per un lettore, la notte passa più in fretta e che anche il marciapiedi sembra meno duro. "Vivo per strada da un anno e 7 mesi – racconta –. Dopo la morte di mia madre ho perso il lavoro e poi la casa. Il papà già non ce l’avevo, è morto quando avevo pochi mesi. Sono originario di Catanzaro, ma ho sempre abitato a Torino. Rimasto senza niente, ho deciso di cambiare aria spostandomi a Milano ma per ora non ho avuto molta fortuna. Mangio e mi lavo nei centri per i senza dimora. La notte, però, preferisco stare all’aperto".
Per il 2024 sogna un lavoro: "Sono un elettricista, ho trovato un’opportunità ma prima di poter iniziare devo avere tutti i documenti. Ora sto raccogliendo l’elemosina per rifarmi la carta d’identità, che era nel portafoglio che mi è stato rubato. I 6 euro per le fototessere me li ha donati una signora. Ringrazio lei e tutti gli sconosciuti che mi stanno aiutando, soprattutto i volontari Caritas, i francescani, gli operatori della Croce Rossa e i City Angels. Ogni notte arriva sempre qualcuno per me". Vorrebbe un lavoro, primo passo per la conquista di un letto dentro una stanza tutta sua, con accanto una lampada per leggere tutti i libri che vorrà.