
Il salone internazionale del francobollo
Milano, 17 agosto 2016 - Il collezionismo non muore mai. Anzi, a Milano continua a farsi impresa. Aumentano infatti le attività che da oggetti d’arte, libri antichi, monete e francobolli rari ricavano business. Nel primo trimestre 2016 sono salite a 483 le imprese ambrosiane del settore, con un incremento del 3,4 per cento rispetto alle 467 registrate nello stesso periodo del 2015. Primi segnali di ripresa dopo i numeri in calo registrati con la crisi. A dirlo è l’ultimo studio della Camera di commercio di Milano basato sui dati tratti dal registro delle imprese e riferiti ai primi tre mesi del 2015 e del 2016. Nel capoluogo lombardo e hinterland si trova l’8,6 per cento delle aziende italiane (5.598 in tutto). Di queste, 259 trattano oggetti d’arte, 115 antiquariato (mobili e libri antichi) e 46 pezzi d’artigianato e di decorazione. Sono invece 42 gli esercizi che si occupano di filatelia e numismatica, sui 342 presenti a livello nazionale, infine 21 i negozi di vendita di libri usati. Oltre a Milano, i tre principali centri sono Roma, al primo posto dell’ideale classifica con 497 attività, Napoli con 294 e Venezia con 279.
Caratteristica saliente del mercato meneghino è il commercio d’arte, ma il capoluogo lombardo è anche la prima piazza nazionale per gli appassionati di francobolli e monete. Dai classici francobolli ai giocattoli d’epoca, dal grammofono antico al disco in vinile, dai fumetti ai soldatini di piombo, dalle schede telefoniche alle scatole di latta pubblicitarie, dalle uniformi militari ai santini, la passione dei collezionisti non sembra arrestarsi. Anche se negli anni più duri della crisi, il commercio aveva segnato una battuta d’arresto. Si pensi che nel 2011, guardando ai dati pubblicati allora dalla Camera di Commercio di Milano, erano 521 le imprese meneghine attive nel commercio di articoli da collezionismo. A livello lombardo, il settore si è ampliato dell’1,8 per cento negli ultimi dodici mesi, contemplando 917 imprese (erano 901 nel 2015). Complessivamente le attività lombarde rappresentano il 16,4 per cento di quelle nazionali. Se Milano fa da protagonista sulla scena lombarda del mercato da collezione, con il 52,7 per cento del totale regionale, ci sono anche Brescia (121 e 13,1 per cento), Bergamo (78 e 8,5 per cento) e Varese (53 e 5,8 per cento), tutte e tre per lo più presenti sul versante commerciale di oggetti d’arte, partecipando rispettivamente con 45, 28 e 17 attività. Il pavese (44 imprese) è invece terra di antiquari (18). Cresce la febbre da collezione a Sondrio (18, +20 per cento) e Mantova (31, +6,9 per cento).