Laura Lana
Cronaca

Cologno Monzese, l’ex sindaco Angelo Rocchi: “Ora ho in mano il destino della città”

La sua coalizione civica è la prima forza politica della città e sarà decisiva nel ballottaggio tra Perego e Di Bari

L'ex sindaco Angelo Rocchi

Cologno Monzese – Angelo Rocchi è stato la vera rivelazione di queste elezioni amministrative. Dopo la caduta anticipata lo scorso luglio, a neanche due anni di secondo mandato, l’ex sindaco era stato il primo a rimettersi in campo e ad annunciare la corsa a sindaco, per la terza volta. Senza partiti, senza la sua Lega, ma con una civica costruita da zero, Avanti con Rocchi Sindaco, a cui si è poi aggiunta la lista Noi Moderati.

La sua coalizione è arrivata terza col 23,55%, ottenendo 3.949 voti, appena 514 in meno del competitor Giuseppe Di Bari (26,62%) che andrà al secondo turno con la coalizione di centrodestra (senza il partito di Salvini che è andato da solo). Se il ballottaggio è sfumato per un soffio, la sua civica è diventata la prima forza politica in città con il 18,06% (2.814), superando addirittura la percentuale del 2020 di Noi con Rocchi (17,49%), quando fu rieletto al primo turno.

È più deluso o soddisfatto?

"Sentivo che la gente era con me. Avevamo buonissimi feedback in ogni iniziativa. Ma un mese fa ci avrei messo la firma per un risultato simile. È stato al di sopra delle nostre previsioni. Il quartiere Stella e San Maurizio al Lambro mi hanno premiato, facendomi andare in testa in diversi seggi. Anche molti stranieri mi hanno scelto. Probabilmente perché durante il Covid ho collaborato con le loro associazioni. Avevo anche concesso un parco per il Ramadan".

Il centrodestra ha sbagliato a non unirsi attorno a lei?

"La mia è una vittoria personale senza i partiti. Dai numeri emerge chiaramente che la coalizione, anche senza la Lega, con me avrebbe vinto al primo turno. Ma in politica ci sta che ognuno corra per sé, se non ci sono le condizioni per continuare insieme. Io ho dovuto fare una fuga in avanti a novembre, perché non potevo accettare un ruolo marginale dopo essere stato scelto dai colognesi e aver amministrato la città per 7 anni. Non potevo tirarmi indietro per coerenza e serietà”. Ora ha in mano molto più di un ago della bilancia.

Adesso cosa succede?

"Adesso ho in mano il destino di Cologno e, di fatto, il nostro bacino elettorale deciderà chi sarà il vincitore tra il candidato del centrosinistra, Stefano Zanelli, e quello del centrodestra, Giuseppe Di Bari. Se fossi andato al ballottaggio, avrei dovuto cercare un accordo. Ora i ruoli saranno invertiti”.

Ha già deciso chi appoggiare?

"Mi sono preso qualche giorno di riflessione”.

Di Bari è stato il suo assessore, lei è un uomo del centrodestra. La scelta sembra scontata, no?

"Non ci sono scelte già fatte. Queste elezioni hanno decretato un grande exploit del civismo. I partiti sono deboli e indeboliti. La Lega ha Cologno ha fatto un flop tremendo, perdendo 850 voti dalle Regionali e quasi 3mila dalle Comunali del 2020. FdI ha mille voti in meno dalle Regionali e 500 in meno dalle ultime Amministrative. Di questo non posso non tenerne conto: oggi esprimo un movimento dal basso, della società civile".

Di Bari ha aperto sia a lei che alla candidata della Lega Dania Perego

"Le ammucchiate sono controproducenti, perché le ferite le puoi coprire ma dopo tornano fuori. Le minestre riscaldate non funzionano. Non si può rifare il gruppo di prima solo cambiando il sindaco e non si può far finta che non sia accaduto nulla a luglio".

È per questo che in campagna elettorale ha inviato per posta ai colognesi una lettera contro Perego?

"Non è stata una lettera contro lei. Ho semplicemente spiegato cosa è accaduto la scorsa estate, perché sono mancati i numeri per approvare il bilancio, circostanza che ha poi decretato la conclusione anticipata del mio secondo mandato. Ho fatto una campagna porta a porta, molti mi chiedevano spiegazioni: ecco il motivo di quella missiva”. Tornando al ballottaggio, possiamo escludere un suo appoggio al candidato del centrosinistra? «In politica mai dire mai. Tratterò e, in base all’esito degli incontri, deciderò. Non ho nessuna pregiudiziale nei confronti di Stefano Zanelli. Che è un civico, non un esponente di partito, ed è anche una persona a modo e civile. Pubblicamente ho già detto che potrei collaborare con lui”. 

Si prepara a sparigliare ancora le carte, insomma...

"È ovvio che il mio apporto passerà esclusivamente da un apparentamento formale e non da un appoggio esterno. Abbiamo una considerevole forza e non intendiamo svenderla”.