Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/
Lainate (Milano) - Aperto lo scorso 13 dicembre, rinviato al 12 gennaio 2022 perché assegnato a un nuovo giudice, il processo nei confronti di Marius Tiba, 27enne di Parabiago accusato di lesioni colpose nei confronti di Luca Castiglioni 22 anni di Lainate, si è chiuso per non luogo a procedere. Motivo? Difetto di condizioni di procedibilità. È stata la Procura del Tribunale di Milano ad ammettere che non avrebbe potuto procedere per lesioni colpose in quanto non c’erano i requisiti.
Questi i fatti: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti nella notte tra il 26 e 27 luglio 2019, l’imputato avrebbe proposto a Luca, di fare "il gioco della ruota":, lo avrebbe preso per i fianchi per fargli fare un giro su se stesso di 360 gradi, ma poi lo avrebbe spinto con troppa violenza facendogli sbattere la testa sul pavimento di marmo. Il giovane ha lottato per 40 giorni tra la vita e la morte in terapia intensiva e ha dovuto fare una lunga riabilitazione. La sua vita è cambiata per sempre. Il fascicolo era stato iscritto come reato doloso procedibile d’ufficio come di fatto sono state condotte tutte le indagini, ma a sorpresa, con la chiusura delle indagini la Procura ha derubricato a lesioni colpose e ha disposto la citazione a giudizio nella consapevolezza che in tal modo vi sarebbe stato un difetto di procedibilità. Nell’udienza di ieri pomeriggio la Procura si è sollevata da sola l’eccezione chiedendo "non luogo a procedere".
La richiesta della difesa delle parti civile affinché la Procura, unica imputata a farlo, formulasse l’imputazione in forma corretta non è stata accolta. Per il momento. E il processo si è chiuso. "Per quanto ci riguarda la delusione era arrivata quando ci siamo trovati nel fascicolo come capo d’imputazione l’articolo 590 del codice penale, cioè lesioni colpose anziché dolose. Ora la stessa Procura ha ammesso di aver sbagliato - dichiara l’avvocatessa Paola Padoan - adesso presenteremo l’istanza affinché si apra il processo con il corretto capo d’imputazione". Ieri pomeriggio in aula c’erano Luca e la sua famiglia, "mi sembra surreale quello che è successo. Non abbiamo più fiducia nella giustizia - commenta Chiara Taverna, mamma di Luca -. Dopo due anni è mezzo da quella sera che ha cambiato per sempre la vita di mio figlio, non sappiamo ancora la verità, non sappiamo cosa sia successo a quella festa. Oggi, purtroppo, abbiamo avuto la conferma che quello che diciamo da mesi, è vero: sono state fatte indagini superficiali e una ricostruzione poco attendibile, senza dimenticare che la Procura non ha mai sentito la testimonianza di Luca. Ma non ci arrendiamo, perché ogni giorno quando vedo mio figlio e le difficoltà quotidiane che deve affrontare trovo il coraggio di andare avanti. Anche Luca ogni mattina quando si specchia e vede il buco della tracheostomia da una parte ringrazia il cielo di essere ancora vivo, ma dall’altra si chiede cosa sia successo a quella festa".