Ruben
Razzante*
I disastri meteorologici degli ultimi giorni, oltre che preoccupare i cittadini, hanno rimesso al centro del dibattito pubblico il tema delle fake news, in particolare quelle sui cambiamenti climatici. L’eccesso di comunicazione sul riscaldamento globale e sulle sue conseguenze sta producendo confusione, disinformazione e persino negazionismo, rischiando di indurre comportamenti sbagliati e di provocare effetti deleteri per la salute pubblica. Nonostante le evidenze scientifiche abbiano ampiamente dimostrato che la temperatura media del pianeta sta aumentando a seguito delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’attività umana, si fa fatica a comprendere quello che sta accadendo e, soprattutto, a capire quali iniziative virtuose mettere in campo per invertire la rotta. A focalizzarsi sul tema anche il terzo Rapporto Censis-Ital Communications- Assocomunicatori presentato al Senato e incentrato sul fenomeno delle fake news e sul ruolo che l’intelligenza artificiale può giocare nelle azioni di contrasto alla disinformazione. Nel Rapporto si legge che "il 34,7% degli italiani è convinto che ci sia un allarmismo eccessivo sul cambiamento climatico". Tuttavia, i negazionisti, coloro cioè che sono convinti che il cambiamento climatico non esista, rappresentano solo il 16,2% della popolazione. Percentuale che sale al 18,3% tra i più anziani e al 18,2% tra i meno scolarizzati. Si osservano due eccessi sul clima, dovuti in parte a paura e in parte a superficialità: la convinzione catastrofista di chi pensa che ormai non ci sia più niente da fare e quella semplificatoria e negazionista di chi ritiene che si stia facendo troppo rumore per nulla. Fondamentale, quindi, monitorare la circolazione di informazioni non verificate e lavorare sulla sensibilizzazione dei cittadini affinchè non cadano nelle trappole delle fake news e valutino con attenzione i contenuti diffusi in Rete. *Docente di Dirittodell’informazione all’UniversitàCattolica di Milano