
Come cambia la guardia medica Più ambulatori in tutti i quartieri e una sola centrale (che visita a casa)
di Giulia Bonezzi
Il numero, che da tre anni è il 116.117, non cambia. Cambia però, a Milano, il servizio di continuità assistenziale, l’ex guardia medica che fa le veci dei medici di base quando non sono ufficialmente in servizio, e cioè dopo le otto di sera e nei giorni festivi e prefestivi. Con una centrale unica per le chiamate e più ambulatori nei quartieri. La "riorganizzazione", studiata dall’Ats Metropolitana con l’Areu, importa sulla sola città un modello codificato dalla Regione a metà maggio ma sperimentato sin da marzo dall’Ats della Montagna, con 3.500 chiamate gestite in quattro mesi (e un aumento da 0,5 a 5 all’ora per ciascun medico): il 72% risolte con una televisita, il 15% con un invio agli ambulatori di guardia medica, solo il 3% finite con una trasferta al pronto soccorso.
"Vogliamo migliorare l’efficienza e la qualità delle cure, oltre a ridurre l’utilizzo improprio dei servizi di emergenza–urgenza", ha spiegato l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, chiarendo che il progetto non comporta "nessuna riduzione di personale" ma solo una "riarticolazione dei turni per aumentare l’offerta ambulatoriale nelle Case di comunità" o Cdc, al momento dieci attive su 24 previste in città.
Ad oggi, ricorda il direttore generale dell’Ats Metropolitana Walter Bergamaschi, la guardia medica a Milano è organizzata in sei postazioni dove complessivamente 22 medici per turno, dalle 20 alle 8 nei giorni feriali e 24 ore su 24 nei festivi e pre, rispondono al 116.117 ed eventualmente visitano a domicilio (ma la media è di un’uscita ogni tre operatori per turno), e otto ambulatori in cui ci si può presentare spontaneamente o su indicazione telefonica, aperti dalle 20 alle 24 nei feriali e dalle 9 alle 21 nei weekend con dieci medici (totali) per turno, 11 il sabato. Tre Municipi - il 5, il 7 e l’8 - non hanno un ambulatorio, le postazioni ricevono in media 31 chiamate all’ora tra le 20 e le 24 e appena sei (nei feriali, 11,5 nei festivi) da mezzanotte alle 8: tra una telefonata e l’altra ciascun medico ha 42 minuti di “buco” nella prima serata e 114 (quasi due ore) nelle notti festive; nelle notti feriali il doppio (220 minuti).
Il nuovo regime, come in Valtellina, prevede una centrale sola, UNI.CA: dal 15 luglio le guardie telefoniche saranno riunite alla Casa di comunità (Cdc) di via Farini. L’unica che era già sia postazione che ambulatorio (che rimane), giurisdizione Asst Fatebene-sacco e poco distante dalla casa di Bertolaso, fa sapere l’assessore avvertendo che gli operatori riceveranno le sue "visite improvvise". Sarà aperta dalle 19.30 alle 8 nei giorni feriali e 24 ore nei festivi e prefestivi, avrà fino a 18 medici in contemporanea per turno, “scalati“ per concentrarli nelle fasce di maggiore attività, cioè tra le 20 e l’una e mezza nei giorni feriali e tra le 8 e le 20 nei festivi. E gli altri? Negli ambulatori, che aumenteranno da otto a 12 entro fine luglio (uno apre dopodomani alla Cdc di via Stromboli, il 17 si aggiungeranno le Cdc di via Monreale a San Siro, via Masaniello a Baggio e via dei Cinquecento al Corvetto), per arrivare a 13 perché "entro settembre" sarà individuata una sede nel Municipio 5, che non ha ancora una Casa di comunità. Gli ambulatori saranno aperti dalle 20 alle 24 nei feriali e dalle 9 alle 21 nei festivi e pre, con complessivamente fino a 17 medici per turno e 300 ore d’ambulatorio a settimana in più rispetto ad ora, sottolinea Bergamaschi, mostrando che negli orari di punta su Milano lavoreranno 35 medici, rispetto ai 33 attuali, tra ambulatori e telefono.
Ma le guardie della centrale di via Farini, non meno di dieci in servizio anche nel cuore della notte, non si limiteranno a rispondere al telefono: l’Areu le formerà a usare strumenti di diagnostica portatili (come l’ecografo) per le visite domiciliari (che dovranno incrementare su tutta la città). E metterà a loro disposizione, spiega il direttore Alberto Zoli, la piattaforma usata dalla Cmi, il "pronto soccorso virtuale" che gestisce le chiamate al 118 classificate come codici verdi o bianchi per evitare trasporti inutili all’ospedale, offrendo la televisita di un medico d’emergenza e l’eventuale prescrizione di farmaci "dematerializzata" sul telefonino.