Giulia
Bignami*
Come cantano le stelle di neutroni? Se non sapete la risposta, siete fortunati. Io purtroppo sapevo rispondere a questa domanda, con esempi pertinenti, all’età di sei anni. In tanti mi dicono che sono stata molto fortunata a crescere con due genitori astrofisici. Io, in generale, rispondo che nell’astrofisica sono caduta dentro troppo piccola, come Obelix nella pozione magica di Panoramix. Di certo è stata un’infanzia incredibile, unica, fantastica, ma a volte anche piuttosto traumatica, che ho deciso di raccogliere nel mio primo libro, La zattera astronomica (Baldini e Castoldi), per ricordare mio padre, Giovanni Bignami, improvvisamente scomparso quattro anni fa. Nel libro racconto delle tante (dis)avventure vissute con mio padre durante le estati liguri, tra imprese atletiche disperate con lunghissime traversate in mare minacciati da Canadair e inaspettate trappole Viet Cong, di esplosive e improbabili ricette di cucina che sembrano delle Molotov ma non lo sono, di formaggi e accademici mummificati, di strampalati traslochi tra Roma e Milano con quattro gatti e un pesce rosso e svelo anche i trucchi segreti per diventare un perfetto cacciatore di satelliti nelle notti estive. Sono ricordi personali, indipendenti dal contesto famigliare, raccontati dal mio punto di vista di bambina e figlia con uno stile dissacrante e ironico, ma a tratti anche commovente. Il cielo stellato che osservavo distesa sul terrazzo nella nostra casa in Liguria è forse secondo solo a quello che avevo occasione di ammirare in centro a Milano, nei giardini di Porta Venezia, al Planetario, dove venivo periodicamente portata per le conferenze dei miei genitori. Quelle conferenze le sapevo ormai a memoria e finivo con l’annoiarmi sempre molto, ma la bellezza del cielo che veniva proiettato all’inizio di ogni serata era assolutamente impagabile. Grazie a quelle serate però ho imparato a riconoscere le canzoni, tutti diverse, intonate e trasmesse in cielo dalle stelle di neutroni, ho scoperto quali ortaggi si potrebbero coltivare una volta arrivati su Marte e ho assistito allo stupore del pubblico incredulo quando mio padre raccontava che gli oceani terrestri sono comete sciolte e le facce viste sui pianeti, gli Ufo, e l’area 51 cadessero invece nella categoria STB, Sono Tutte Balle.
* Scrittrice