MARIA RITA
Cronaca

Come sarebbe una vera scuola del merito

Il fenomeno della dispersione scolastica riflette la mancanza di interesse e piacere nel sapere tra i giovani. La scuola dovrebbe essere un luogo di crescita e confronto, non di sofferenza. È necessario investire per trasformarla in un centro culturale completo e prevenire l'abbandono.

Il fenomeno della dispersione scolastica riflette la mancanza di interesse e piacere nel sapere tra i giovani. La scuola dovrebbe essere un luogo di crescita e confronto, non di sofferenza. È necessario investire per trasformarla in un centro culturale completo e prevenire l'abbandono.

Il fenomeno della dispersione scolastica riflette la mancanza di interesse e piacere nel sapere tra i giovani. La scuola dovrebbe essere un luogo di crescita e confronto, non di sofferenza. È necessario investire per trasformarla in un centro culturale completo e prevenire l'abbandono.

Parsi

Il fenomeno della dispersione scolastica è il segnale dell’incapacità degli adulti di infondere nei giovani un piacere e una ricerca del sapere che sono alla base di ogni equilibrata, armonica, empatica crescita psicoaffettiva, relazionale, sessuale, creativa, innovativa. E, in seguito, economica e lavorativa. In tal senso, rappresenta, anche e soprattutto per le autorità da considerare guide adulte e responsabili, un’autentica sconfitta assistere all’abbandono scolastico dei giovani e verificare che essi non considerano possibilità di imprescindibile valore la scuola, lo studio, la ricerca, il vivere e condividere con i coetanei passaggi decisivi ed importanti della loro crescita. La scuola, seconda agenzia educativa, dovrebbe essere un insostituibile luogo di incontro, di conoscenza di sé e di rapporto con gli altri, da frequentare con interesse, piacere del confronto e della ricerca, non un luogo di sofferenza senza obbligo di scelta, quasi una prigionia da scontare e dalla quale aspettarsi solo interrogazioni, voti, bocciature, umiliazioni. Un monito era già stato dato, più di vent’anni fa, dal fenomeno degli hikikomori che alla selettività e all’estrema severità della scuola giapponese avevano contrapposto il ritiro nelle proprie stanze. Il fenomeno si è poi esteso anche in ragione della pervasità del mondo virtuale e dell’epidemia mondiale “Covid 19”, con la “Dad“ a dare il colpo di grazia. Occorre davvero che la scuola divenga una priorità, uno dei più importanti investimenti governativi: ponte tra famiglia e sociale, aperta dalla mattina al tardo pomeriggio, un centro culturale polivalente con mense, biblioteche, palestre, poli museali e laboratori, e un’equipe medico-sociopsicopedagogica per cogliere segnali di disagio. Questo costituirebbe sia un valido contributo alla salute mentale, sia una prevenzione dell’abbandono scolastico, sia un superamento dell’anacronistico sistema di valutazioni incentrate su voti, interrogazioni, bocciature, poiché l’impegno a studiare e formarsi costantemente e con piacere dovrebbe diventare il vero merito di allievi ed insegnanti.