SIMONA BALLATORE
Cronaca

Come scegliere la scuola: "Un metodo per orientarsi: la matematica ci aiuta"

Lorella Carimali: "Non ci sono ragazzi “non portati“, semmai non allenati. Partire da un dato: chi sono? Funziona molto più di analizzare voti e lavoro".

Lorella Carimali: "Non ci sono ragazzi “non portati“, semmai non allenati. Partire da un dato: chi sono? Funziona molto più di analizzare voti e lavoro".

Lorella Carimali: "Non ci sono ragazzi “non portati“, semmai non allenati. Partire da un dato: chi sono? Funziona molto più di analizzare voti e lavoro".

"Per scegliere la scuola giusta bisogna acquisire un metodo per conoscersi e decidere, un metodo che per me è matematico. In fondo scegliere l’indirizzo alle superiori o l’università è un problema, quindi bisogna partire dai dati, individuando quelli accessori e quelli fondamentali per risolverlo e arrivare alla soluzione". Lorella Carimali, professoressa del liceo scientifico Vittorio Veneto, è stata premiata nel 2017 tra i dieci migliori insegnanti dall’Italian Teacher Prize e nel 2018 è stata selezionata dalla Varkey Foundation tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize, il Nobel per l’insegnamento. Oggi guida la sperimentazione di SteamOrienta.

Si sono aperte le iscrizioni: come scegliere la scuola giusta? Quali gli errori da evitare?

"Tutti noi siamo “stereotipati“, abbiamo dei pregiudizi alle spalle. I ragazzi e le ragazze devono esserne consci e scegliere stando attenti ai condizionamenti. I genitori devono aiutarli a trovare la loro vocazione, che è diversa dal talento. Devono fare domande, non proiettare i loro desideri rispetto a figli che si immaginano ingegneri o maestri".

Ripartiamo dal metodo: quali i dati da cogliere?

"Quelli che rispondono a queste domande: Chi sono? Quali sono i mie valori e le mie qualità? Che cosa mi rende felice? Che va ben oltre a “scelgo un indirizzo pensando se vado bene in matematica oppure no“. Scegliere la scuola superiore è già un passo importante nella scelta di vita. Pensare prima ai lavori che oggi vanno di più o che portano a un maggior guadagno può essere fuorviante. In tempi di intelligenza artificiale, con la quarta rivoluzione industriale in corso, non sappiamo neppure quali saranno i lavori del domani ma siamo certi che servirà sempre di più saper porre le domande giuste, valutare le riposte e prendere scelte responsabili: ed è a questo che deve preparare ogni scuola. È limitante, poi, pensare ai soldi. Scegliere un lavoro per passione ti rende incorruttibile e ti riempie la vita. Io ho scelto di fare l’insegnante, non certo per lo stipendio: non vedo l’ora di arrivare in classe, non penso alla pensione, non torno indietro".

Nella scelta pesa spesso il consiglio orientativo dei docenti. Però anche qui possono entrare in gioco pregiudizi?

"Il rischio c’è, anche perché noi insegnanti siamo frutto della scuola gentiliana e crociana, che prevedeva il classico per le classi dirigenti e il tecnico per le manovalanze. Non ci sono scuole di serie A e di serie B".

Un consiglio che si sente di dare ai professori delle medie?

"Non pensate ai voti: i voti servono a misurare la performance. Se un ragazzo non va bene in matematica magari non ha avuto ancora il tempo di acquisirla nella sua completezza e nel suo lato creativo e di immaginazione. Non esistono ragazzi e ragazze portati per una materia e non portati per un’altra, ma allenati o non allenati. Osservateli, aiutateli a farsi le domande giuste e ad attrezzarsi".

L’orientamento dovrebbe partire prima?

"Assolutamente e dovrebbe accompagnarci nella crescita. L’orientamento rende la persona consapevole delle proprie inclinazioni e dei propri interessi, e la stimola a fare sintesi, interiorizzare un metodo per affrontare i nodi cruciali della propria vita e prendere decisioni consapevoli per la propria realizzazione come cittadino. Stiamo cercando di diffondere nelle scuole questo approccio matematico e scientifico per conoscersi e per orientarsi con SteamOrienta".

Come funziona?

"Il liceo Vittorio Veneto è capofila di una rete per la sperimentazione, sostenuta dall’Ufficio scolastico regionale della Lombardia. L’approccio è molto laboratoriale e si superano le barriere tra i saperi umanistico, artistico, scientifico, matematico. Si cercano ispirazioni e lati comuni con scienziati e professionisti, i ragazzi sono invitati a cercarli nelle scienziate e le ragazze negli scienziati per abbattere i tabù di genere. Si costruiscono tavole periodiche della classe, si creano mappe e attività per arrivare poi alla sintesi, personalissima, di ogni alunno".

Per esempio?

"Creano racconti, video, riflessioni e arrivano alla decisione. Uno studente “incontrando“ una figura come Katherine Johnson, la matematica che aveva calcolato le traiettorie delle missioni Apollo, ha scelto l’alberghiero collegando alla sua vocazione la scienza in cucina".

Andando, ancora una volta, oltre ai tabù. Come rilanciare tecnici e professionali? Il 4+2 funziona?

"Serve una riforma di tutto il sistema scolastico, ancorato alle scelte di 100 anni fa. Il mondo è cambiato. Il 4+2 può funzionare se non verrà visto come scorciatoia ma se si riusciranno a trattenere gli studenti a scuola non per quattro anni, ma per sei, proiettandoli verso Its e università. E verso il lavoro che desiderano, con una solida preparazione".