REDAZIONE MILANO

Comitati in campo. Nolo e 5 Vie studianola causa legale

I residenti anti-caos chiedono meno dehors nelle vie

Comitati in campo. Nolo e 5 Vie studianola causa legale

Ci sono tutti, i comitati cittadini, vecchi e nuovi, che protestano contro la malamovida. Per una volta non agiscono in ordine sparso, ma con un’iniziativa congiunta. I cittadini che capeggiano la lotta contro il degrado e il rumore davanti ai loro portoni e sotto le loro finestre si sono ritrovati ieri mattina al Cam di corso Garibaldi per spiegare la loro strategia e far capire al Comune che non ne possono più. Ci sono le associazioni ProArco Sempione e ViivSarpi e i Comitati Arpiwest, Lincoln, Residenti 5 Vie, Nolo Residenti, Il Garibaldi, Archinto (Quartiere Isola-Garibaldi), Navigli, via Melzo e di via Lambro e Lazzaretto. È la presidente del Comitato Lazzaretto, Elena Montafia, a coordinare l’incontro al Cam e a fare la sintesi delle richieste dei cittadini.

Prima di arrivare al “manifesto’’ delle richieste dei residenti arrabbiati per la malamovida, però, va ricordato che il Comitato del Lazzaretto è il primo e unico a Milano, finora, ad aver fatto causa al Comune per i danni alla salute provocati dal rumore da malamovida. "Per ora c’è stata la prima udienza in cui abbiamo ottenuto il riconoscimento di un presupposto di legittimità – spiega Montafia –. C’è una giurisprudenza ormai molto chiara su questi tipi di cause". Ogni riferimento alle sentenze favorevoli ai residenti e contro le amministrazioni locali di Torino, Brescia e Como è puramente voluto. Ci sono altri comitati a Milano che stanno valutando la possibilità di intraprendere cause di questo genere. Ad aver già iniziato a studiare l’offensiva legale contro Palazzo Marino sono il Comitato delle Cinque Vie e il Comitato Nolo.

Il sindaco Giuseppe Sala, intanto, un’ora prima del raduno dei comitati al Cam Garibaldi, annuncia che l’intenzione del Comune è di far chiudere i dehors a mezzanotte, invece che alle due di notte, in via Lecco e strade limitrofe. Montafia commenta a caldo che "in realtà basterebbe che i clienti stessero dentro ai locali. Il tema dei dehors è critico perché il Comune ha consentito di posizionarli dove non dovevano essere messi. Ciò ha provocato l’occupazione delle strade da parte dei frequentatori dei locali. Dove ci sono le condizioni per posizionare i dehors, ben vengano. Dove non ci sono queste condizioni, vanno eliminati".

Gli interventi al Cam, intanto, si susseguono. Parlano i responsabili dell’associazione ViviSarpi, Pierfranco Lionetto, e del Comitato Navigli, Gabriella Valassina. Parla il presidente del Coordinamento nazionale No degrado e Malamovida Fabrizio Coniglio, che lancia una provocazione: "Siamo pronti a pagare al sindaco Sala e alla sua famiglia un’esperienza sensoriale immersiva nei luoghi della movida: un hotel per vivere una settimana in un quartiere della malamovida. Chi non si rende conto di cosa accade in quelle strade, non può deliberare le soluzioni".

Montafia, infine, avanza tre richieste: "La prima. Vogliamo essere coinvolti dal Comune e contare nelle scelte che riguardano la gestione delle strade in cui viviamo. Serve un tavolo in cui ci si siede a discutere. La seconda. Misure urgenti per contenere questo delirio. In primis l’eliminazione dei dehors dove non ci sono le condizioni per posizionarli. La terza. Un patto con i gestori dei locali perché controllino i loro clienti".

Al Cam Garibaldi c’è anche Carlo Squeri, segretario milanese dell’Epam, l’associazione pubblici esercizi: "Siamo contrari alla riduzione dell’utilizzo dei dehors entro le 24. Perché i dehors non sono un generatore di malamovida ma uno strumento che può contrastarla, la garanzia di una movida ordinata: i gestori dei locali possono controllare più facilmente i clienti. Le persone che sono in mezzo alla strada, invece, non sono clienti di nessuno".

Massimiliano Mingoia