ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Comitato Rho Parabiago chiede stop ai lavori ferroviari dopo sentenza Tar Lombardia

Il Comitato Rho Parabiago esorta i Comuni a fermare i lavori ferroviari Rho-Parabiago dopo l'annullamento del progetto.

Potenziamento Rho-Parabiago: "Tutto deve tornare come prima"

Il Comitato chiede l’interruzione dei lavori, la rimozione di tutte le strutture di cantiere e il ripristino delle aree allo stato preesistente all’inizio delle attività

"Chiediamo ai Comuni interessati dal progetto di potenziamento del tratto ferroviario Rho-Parabiago, di intimare formalmente a Rfi, Italferr e imprese esecutrici l’interruzione dei lavori, la rimozione di tutte le strutture di cantiere e il ripristino di tutte le aree allo stato preesistente all’inizio delle attività". Mittente il Comitato Rho Parabiago, da anni è impegnato in una battaglia per impedire la realizzazione di un’opera definita devastante per il territorio.

Il Comitato a dieci giorni dalla pubblicazione della sentenza del Tar della Lombardia che ha accolto il ricorso presentato dallo stesso e annullato l’ordinanza di approvazione del progetto definitivo del potenziamento della linea ferroviaria nella tratta Rho-Parabiago, ora chiede ai Comuni di bloccare i lavori avviati la scorsa estate. "Con l’annullamento dell’ordinanza del 28 giugno 2023 con la quale il commissario straordinario Vera Fiorani ha approvato il progetto definitivo del potenziamento della linea ferroviaria è venuto meno anche l’oggetto della gara di appalto assegnata alla società Notari - scrive il Comitato - quindi i Comuni devono intervenire per interrompere i lavori in corso, rimuovere i cantieri già installati. Tutto dove tornare come era prima dell’inizio delle attività incluse la ripiantumazione degli esemplari arborei abbattuti, la ricostituzione delle fasce boscate e arbustive eliminate, la rimozione delle platee in asfalto/cemento eventualmente realizzate e la ricostituzione dello strato di terreno superficiale".

Il Comitato che in questi anni ha tentato a suon di carte bollate e proteste di bloccare il progetto, ricorda che "le attività legate al progetto, già di per sè illegittime in quanto avviate senza progettazione esecutiva e verifica di ottemperanza, risultano definitivamente e a maggior ragione illegittime, perché prive dell’atto autorizzativo".

Secondo la terza sezione del Tar della Lombardia non rimette in discussione l’intero progetto, ma la scelta di eseguire la Valutazione di impatto ambientale in due fasi: nel 2014 sul progetto definitivo integrato presentato nel 2013 e nel 2022 solo sulle parti modificate in seguito ai rilievi del Consiglio superiore dei lavori pubblici, "il provvedimento di valutazione d’impatto ambientale avrebbe invece dovuto o rivalutare integralmente il progetto, o motivare espressamente sulle ragioni per le quali il parere del 2014 aveva conservato piena attualità". Intanto nei Comuni interessati alla tratta si attende di capire anche quali saranno le prossime mosse da un punto di vista della giustizia amministrativa.