
di Simona Ballatore
e Nicola Palma
Un comizio “politico” in vista delle elezioni studentesche - con oltre trenta persone presenti in un appartamento della residenza universitaria, in piena pandemia - e violazioni dell’“Honor Code” dell’università Bocconi, che hanno fatto scattare sanzioni disciplinari: dal congelamento degli esami per tre mesi sino alla sospensione per un anno intero. Cinque casi sono arrivati al vaglio del Tar della Lombardia, che ha dato ragione all’ateneo, rigettando in toto i ricorsi con le istanze cautelari presentati dagli studenti sanzionati. Tra loro, i protagonisti del summit abusivo di novembre, in vista delle elezioni. "Il provvedimento si basa su dati istruttori dai quali emerge la partecipazione del ricorrente ad una riunione all’interno di un appartamento della residenza universitaria, che ha coinvolto oltre 30 persone, in violazione delle norme di prevenzione del contagio da Covid e delle prescrizioni del regolamento didattico", ricorda il presidente del Tar, Domenico Giordano, aggiungendo che "non vi sono elementi per ritenere che la sua presenza si sia limitata ad alcuni minuti" e che "ha omesso di avvisare i responsabili della struttura dell’assembramento che si era determinato".
Altri tre ricorsi, che non sono stati accolti, riguardano la residenza Dubini: sospensione degli esami per tre mesi, addio alloggio e borse di studio. Perché oltre all’Honor Code, è stato violato il contratto firmato il 17 agosto del 2020 che dispone "l’osservanza delle misure di prevenzione del contagio da Covid". Violazioni accertate nelle parti comuni, "la sanzione comminata - sentenzia il Tar - risulta proporzionata tenuto conto della gravità dei fatti, tali da mettere in pericolo la salute degli altri studenti, nonché la reiterazione degli stessi nonostante i ripetuti richiami al rispetto delle regole sulla sicurezza, rimasti inascoltati".
Da inizio pandemia sono arrivate all’attenzione della commissione disciplinare della Bocconi circa novanta segnalazioni, un terzo delle quali si è chiuso con “ammonizioni“ o è stato giudicato "non meritevole di punizioni" dopo l’istruttoria interna, che parte dall’ascolto dello studente. Le segnalazioni hanno riguardato la presenza di esterni nelle residenze universitarie (vietato fino al 10 maggio), il rifiuto persistente di indossare la mascherina, la mancanza di distanziamento, assembramenti e - ancor più grave - la violazione della quarantena. In quest’ultimo caso, è scattata la pena massima per ora comminata (non si è mai arrivati all’espulsione, prevista da regolamento): allontanamento dalla Bocconi per un anno intero. La studentessa sospesa passeggiava nelle parti comuni nonostante fosse risultata positiva al Covid.
"Un fatto gravissimo che può trasformarsi in reato: contagio colposo – ricorda Pietro Sirena, direttore della Scuola di Giurisprudenza e presidente della commissione disciplinare –. In questo caso la studentessa è stata esclusa dall’università per un anno, non può avere accesso alle aule, agli esami, alle biblioteche e non può svolgere attività didattica". La decisione, come prevedono gli accordi internazionali fra le università, è stata comunicata anche agli altri atenei. "I casi segnalati, pochi ma che coinvolgevano tante persone, per fortuna sono decresciuti in questi mesi – spiega Sirena –, probabilmente al rientro dopo l’estate c’è stata un po’ una sottovalutazione del problema, ma è via via aumentata la consapevolezza. Le segnalazioni provengono da altri studenti che vivono lì e si sentono in pericolo, si rivolgono alla commissione disciplinare per paura. E noi abbiamo il dovere di intervenire per tutelarli e dare sicurezza alle loro famiglie".