Milano, 26 febbraio 2019 - Sono finiti sotto processo per aver urlato lo slogan nazista "Sieg Heil" ("saluto alla vittoria") durante la tradizionale commemorazione dei morti della Repubblica sociale italiana. E mentre uno di loro reggeva lo stendardo dell'associazione combattenti 29esima divisione granatieri Waffen-SS, gli altri due innalzavano il braccio destro, facendo il saluto romano. Sono stati tutti assolti perchè "il fatto non sussiste".
Lo ha deciso il giudice del Tribunale di Milano Maria Angela Carmela Vita che ha anche ordinato la restituzione agli imputati del labaro delle Waffen Ss, di un berretto con il logo delle Ss e di altro materiale sequestrato in fase di indagini. Alessio Polignano, 45 anni, presidente dell'associazione di estrema destra, Alessandro Botrè, 31 anni, e la fidanzata di quest'ultimo, la 28enne svizzera Liliane Tami, il 24 aprile 2016 avevano partecipato alla tradizionale cerimonia che si celebra ogni anno al campo X del Cimitero Maggiore di Milano, dove sono sepolti i caduti della Rsi. Così si sono ritrovati sul banco degli imputati con l'accusa di "manifestazione nazista", reato previsto dalla legge Scelba del 1953 che punisce gesti e slogan legati all'ideologia nazifascista.
A denunciarli, facendo scattare le indagini nei loro confronti, era stato Saverio Ferrari, presidente dell'Osservatorio Democratico sulle nuove destre, presente oggi al momento della lettura del verdetto. "Una sentenza vergognosa - ha commentato - perchè legittima il fatto che si possano esporre palesemente insegne che rievocano il nazionalsocialismo e le Ss, definita un'organizzazione criminale dai giudici del processo di Norimberga". Tra 40 giorni le motivazioni della sentenza.