MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Comune-Procura, asse antimafia: "Costituitevi parte civile più spesso"

Viola e Cerreti, vittime di recenti minacce, accolti nell’aula del Consiglio comunale da Sala e Buscemi. Il procuratore: "A Milano e Lombardia mafie presenti". E il capo della Dda lancia un appello alla Giunta.

Il sindaco Giuseppe Sala e il procuratore capo Marcello Viola ieri a Palazzo Marino

Il sindaco Giuseppe Sala e il procuratore capo Marcello Viola ieri a Palazzo Marino

Il procuratore della Repubblica Marcello Viola, a un certo punto, scandisce: "Milano e la Lombardia sono le aree del territorio italiano, tranne le regioni del sud, più interessate dalla presenza delle mafie tradizionali ma anche delle mafie straniere". E, subito dopo, aggiunge: "Occorre un fronte comune per il contrasto a mafie e illegalità, che non può e non deve essere delegato solo alle forze di polizia e alla magistratura". L’espressione "fronte comune" non è detta a caso, perché il procuratore sta parlando nell’aula del Consiglio comunale, dove ieri pomeriggio è stato invitato dal sindaco Giuseppe Sala e dalla presidente dell’assemblea Elena Buscemi per parlare di lotta alla mafia insieme al sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Milano Alessandra Cerreti.

Viola e Cerreti di recente sono state vittime di gravi minacce da parte delle organizzazioni criminali. Sala, a nome del Comune, vuole far sentire la sua vicinanza ai due procuratori: "Le minacce che avete ricevuto dimostrano una volta di più che le mafie sono ancora radicate nella nostra Regione ed è necessaria una reazione forte, condivisa e intransigente delle istituzioni e della società civile". Il primo cittadino esprime "preoccupazione" per la presenza della criminalità organizzata nel territorio milanese, "ma non ci si ferma alla preoccupazione, si cerca di fare tutto il possibile perché questa battaglia possa essere un’altra volta nostro appannaggio". E assicura che Palazzo Marino è al fianco della magistratura, che "deve sentire attorno a sé il sostegno incondizionato di tutte e istituzioni deve poter contare sulla fiducia degli altri organi dello Stato. Il sostegno del Comune c’è e continuerà a manifestarsi".

Buscemi, a inizio della seduta, già sottolineava: "Vogliamo che sia chiaro che le istituzioni milanesi sono tutte inequivocabilmente dalla stessa parte, che è la parte della gente perbene, di chi lavora per contrastare la criminalità organizzata e non solo, e dei magistrati oggetto di intimidazioni, ai quali manifestiamo la nostra solidarietà e vicinanza". Durante la seduta, intanto, si susseguono anche gli interventi del presidente del Comitato Antimafia del Comune Nando Dalla Chiesa e del numero uno della commissione consiliare Antimafia Rosario Pantaleo, oltre che dei rappresentanti delle associazioni Libera e Avviso Pubblico e della Scuola dedicata ad Antonino Caponnetto.

L’intervento della Cerreti chiude l’incontro nell’aula del Consiglio comunale. La responsabile milanese della Dda incita il Comune a essere sempre in prima linea, anche nel Palazzo di Giustizia, contro le mafie: "Le parole devono esser seguite dai fatti. Mi viene in mente la possibilità per il Comune di costituirsi parte civile (nei processi contro la criminalità organizzata, ndr). Raramente mi è capitato sul territorio milanese, è un segnale fortissimo. L’ho visto di più nella mia esperienza professionale a Reggio Calabria". Cerreti mette in guardia contro l’indifferenza nei confronti della criminalità organizzata: "C’è un fenomeno di distrazione di massa colposa e colpevole. Ma la mafia non è un cadavere da obitorio, la mafia è viva". Anche, spesso soprattutto al nord: "Milano è la città più ricca d’Italia, la terra più fertile dove far riciclare il denaro sporco e farlo fruttare. A Milano si fa il grande business, i soldi vengono investiti qui. La Lombardia è la regione italiana dove la presenza delle mafie è più massiccia. L’unica possibilità di contrasto serio alle mafie è la sinergia tra tutti gli attori istituzionali e la battaglia culturale, a partire dalle scuole". Sì, perché "se si toglie il consenso sociale ai mafiosi, sono finiti".

L’unica nota stonata dell’incontro pomeridiano è la presenza, scarsa, dei consiglieri comunali: in aula sono solo 12 su 48.