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di Barbara Calderola
Anche il panettone e il pandoro possono spingere all’inclusione. Se le leccornie di Natale sono firmate PizzAut, la gara di solidarietà è dietro l’angolo. Quest’anno i dolci per le feste di fine anno hanno un packaging speciale: una latta verde decorata, che ricorda l’albero. All’interno, "tutto il gusto della tradizione con qualche ingrediente in più – dice Nico Acampora, fondatore della prima pizzeria italiana interamente gestita da giovani autistici – insieme al burro, ai canditi e alle uova ci sono lavoro e dignità. Abbiamo impastato tutto con amore e rispetto. Ecco perché sceglierci". Questa è la formula che ha dato vita a tutto il progetto, una speranza per migliaia di ragazzi e genitori che "prima erano senza prospettiva. E ora invece guardano avanti con fiducia". Acampora ha costruito mattone dopo mattone "un’alternativa. A muovermi è stato il desiderio di fare qualcosa per mio figlio Leonardo. E ora la famiglia si è allargata. Non potevo accettare l’idea che sarebbe stato tutta la vita parcheggiato in una struttura. Né lui, né gli altri". E’ così che "il sogno folle di un padre" è diventato una start-up apprezzata in tutto il mondo. Dagli Stati Uniti, all’Europa, a marzo la brigata di Cassina sarà ospite di Ursula von der Leyen. Prima però i pizzaioli sono stati in Senato e dal Papa. Tappe straordinarie di una cavalcata verso la conquista di un ruolo per chi è più fragile.
"Il lavoro è sostentamento - sottolinea il fondatore - ma è anche un posto nella società. E non era giusto che i più deboli fossero invisibili. Quando Papa Francesco ha indossato il nostro grembiule ho sentito tutta la forza del percorso che abbiamo condiviso con tante persone che ci hanno dato una possibilità". PizzAut ha ispirato anche la legge sulle attività no-profit che favorisce l’inserimento lavorativo dei disabili. Un’iniziativa di Eugenio Comincini, l’ex sindaco di Cernusco ed ex senatore Pd è stato fra i primi testimonial dell’impresa di casa, quando Acampora lanciò una sottoscrizione in rete per finanziare i primi passi del locale. Sono passati 5 anni e ora si raccolgono i fondi per la pizzeria bis, a Monza, mille metri quadrati, 300 coperti.