
Al ricorso collettivo lombardo hanno aderito 150 persone
Milano, 26 aprile 2025 – “Abbiamo già presentato ricorsi collettivi in diverse regioni ed è pronto anche quello per la Lombardia al quale hanno aderito più di 150 persone”. Sotto la lente dell’avvocato Domenico Naso è finito l’ultimo concorso per dirigenti scolastici: qui hanno superato la prova scritta 241 candidati e sono 156 i posti a bando. “Il ricorso in Lombardia arriverà dopo, rispetto alle altre regioni, solo perché gli scritti sono finiti più tardi perché ci sono state le suppletive, ma i ricorrenti sono più numerosi. Complessivamente, in tutta Italia, sono dai 600 ai 700”.
È nato anche il “Movimento riccorristi Ds“. Il tema comune è uno: “I quesiti sono stati estratti 48 ore prima, senza testimoni, e nessuno ha saputo spiegarci il motivo. Una cosa mai successa prima: in 48 ore è più difficile garantire la trasparenza, c’è un alto rischio che possano essere condivise informazioni a soggetti terzi”, ricorda Naso.
Poi ogni regione ha le sue sfumature. “Nel caso della Lombardia hanno lavorato tre commissioni: una ha avuto oltre il 70 per cento dei bocciati mentre un’altra ha ottenuto risultati diametralmente opposti, con il 70% dei promossi. Fatta salva la discrezionalità delle valutazioni, le griglie sono comuni: l’operato sembrerebbe difforme. È poco credibile che tutti i ‘bravi’ siano finiti da una parte e i ‘meno bravi’ dall’altra”.
A questo si aggiungono casi specifici: a qualcuno si è spento il monitor, un nome che non compariva tra i partecipanti agli scritti sarebbe rispuntato all’orale. Alcuni ricorrenti hanno fatto valutare le loro prove all’intelligenza artificiale. “Ma difficilmente troverà spazio in un’aula di tribunale essendo un ambito ancora non regolamentato, anche se è un aspetto molto suggestivo che potrebbe fare scuola”, conferma l’avvocato.
Resta l’amarezza di chi è rimasto escluso ed era certo di aver superato il primo step. “Avevo tentato il concorso del 2017: la preselettiva era uscita durante gli esami di Maturità e, con tre figli, non ero riuscita a prepararmi benissimo. Ho accettato la sconfitta, senza far ricorso perché mi piace studiare – racconta Emanuela –. Col senno di poi, se lo avessi presentato allora, sarei già preside vista la sanatoria del 2022, ma io volevo vincerlo il concorso. Così da quel momento ho studiato ininterrottamente”. In questi anni è diventata anche docente formatore. Era uscita molto soddisfatta dallo scritto. “Dopo 40 minuti sfiorando la tastiera mi si era cancellato tutto, ma non mi sono data per vinta e sono riuscita a finire 20 minuti prima. Mi aspettavo un voto intorno all’80 e ho ricominciato a studiare per l’orale”. E invece la doccia gelata: 59. Anche lei ha fatto la “prova del nove“ con ChatGpt, oltre a fare ricontrollare tutto da periti in carne ed ossa: “Mi ha dato 85. Stavolta farò ricorso”.
Delusa anche Margherita (nome di fantasia): “All’inizio non pensavo di intraprendere questo percorso, anche perché sin dall’inizio sembrava una spy story. Ma mai avrei pensato di imbarcarmi in questa situazione”. “Non ero soddisfatta dello scritto al 100 per cento. Ho preso 42 e ho chiesto l’accesso agli atti per capire dove avessi sbagliato, con serenità – spiega –. Ma ho scoperto di avere preso un voto bassissimo per correttezza linguistica, capacità argomentativa e lessico specifico. Possibile che non sappia più scrivere? Insegno Italiano e Storia da 24 anni, ho scritto quattro libri, sono una giornalista pubblicista. L’amarezza è tanta: studio da tre anni e mezzo, con tre figli e faccio fatica ridefinirmi. Gli orali si stanno svolgendo proprio nella mia scuola. Non riesco ancora ad accettarlo. La beffa? ChatGpt mi ha dato 77 evidenziando la chiarezza espositiva”.