MARIANNA VAZZANA
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Cronaca

Condannato per violenza: "Pigmalione moderno che ha vessato la sua ex"

Il filosofo Leonardo Caffo dovrà scontare 4 anni, così stabilì il Tribunale. Ora nelle motivazioni si evidenziano gli atteggiamenti "mortificanti" dell’uomo. Comportamenti che sfociavano in prevaricazione "verbale ma anche fisica". .

Leonardo Caffo, il filosofo di 36 anni “progressista“

Leonardo Caffo, il filosofo di 36 anni “progressista“

Un "pigmalione moderno" con un "comportamento che denota sempre una volontà manipolatoria" ma anche basato su "schemi patriarcali del tutto inaccettabili" che hanno determinato "reiterati e costanti" atteggiamenti "mortificanti e vessatori tesi a "emendare i difetti" della ex compagna, e che "diverse volte" sono sfociati in "violenza (..) soprattutto verbale" ma anche "fisica". Violenza "che non è un caso" bensì il suo "registro comunicativo". Così il Tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso dicembre Leonardo Caffo, il filosofo trentaseienne progressista e antispecista, è stato condannato in primo grado a 4 anni di carcere per maltrattamenti aggravati e lesioni gravi nei confronti dell’allora fidanzata. La donna, nell’estate del 2022, ha deciso di mettere fine a quelle sofferenze e lo ha denunciato non per "volontà di vendetta" ma per "uscire da quella situazione divenuta ormai patologica, deleteria". Come scrive il collegio della quinta sezione penale, presidente Alessandra Clemente e giudici a latere Valerio Natale e Maria Pia Bianchi, dal dibattimento sono "emersi comportamenti reiterati nel tempo da parte" di Caffo nei confronti della ex compagna, ritenuta sincera e credibile: "sopraffazione, manipolazione e condizionamenti tali da" farla sentire "sicuramente soggetto debole, sia per la giovane età" sia per "l’assenza di una posizione sociale definita". Credeva di essere "inadeguata, insicura, non all’altezza della situazione" e di lui, intellettuale affermato ma "che non perdeva occasione di rammentarle quello che avrebbe dovuto fare e non faceva, quello che avrebbe dovuto essere e non era, non limitandosi a spronarla, ma apostrofando" lei e la sia famiglia "con insulti" e addirittura tentando di farla "passare per pazza". Atteggiamento, "al di là della rilevanza penale", cominciato nel 2019 ed è proseguito in un "crescendo" che ha minato "la stabilità e il carattere" della ex: "si è sentita messa in discussione, non in grado di gestire la situazione. Si sentiva sbagliata – prosegue il Tribunale –, in colpa perché faceva delle scelte non condivise, perché reagiva alle provocazioni (...) ad un certo punto anche con risposte violente, adottando il registro comunicativo" di Caffo. Il quale oltre ai vari episodi di aggressione – una sberla, un calcio, fino al litigio, nell’agosto 2020, finito con una frattura "scomposta" e "accorciamento del dito" – l’ha anche allontanata dai suoi amici siciliani e dai suoi genitori e dal fratello. Quindi, "nessun dubbio sull’abitualità delle condotte: gli insulti e le offese, il non farla sentire adeguata anche davanti agli amici, erano situazioni molto frequenti". E poi "emerge chiaramente" non solo la capacità manipolativa dell’imputato, non solo nei confronti "della giovane donna, ma pure delle persone che frequentavano", ma anche quegli "schemi patriarcalidel tutto inaccettabili" che sarebbero stati alla base di un "forte sentimento di gelosia o forse di possesso". L’ex compagna di Caffo aveva presentato denuncia nel luglio del 2022. Durante le udienze, aveva raccontato della relazione iniziata con il filosofo nel 2019 e della sua reazione quando gli aveva detto di volerlo lasciare: "Dopo che ha cercato di strangolarmi, io gli ho detto “pensavo volessi uccidermi“ e mi ha risposto “io in quelle situazioni vorrei ucciderti“". Non solo: "Mi diceva che mi dovevo ammazzare perché sono una fallita", ha raccontato. In un’occasione, le avrebbe "preso la testa e l’ha sbattuta contro il finestrino, rompendolo" e alla fine di ogni episodio "mi chiedeva scusa, poi è passato a dirmi “te lo sei meritata“ e alla fine che la colpa era mia". Red.Mi.