NICOLA PALMA
Cronaca

Condannato un altro prof del Politecnico

Docenti sotto accusa per consulenze esterne: Stefano Consonni dovrà risarcire 250mila euro all’ateneo

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di Nicola Palma

È la quinta sentenza nel giro di un anno. Quattro condanne e un’assoluzione. L’argomento è sempre lo stesso: le consulenze esterne che diversi professori universitari hanno effettuato, nonostante avessero firmato un contratto a tempo pieno. L’ultimo caso in ordine di tempo riguarda Stefano Consonni, 62 anni, docente del Dipartimento di Energia del Politecnico: la Procura della Corte dei Conti gli ha contestato 439.516,18 euro di prestazioni professionali fuorilegge e 241.535,03 euro di differenza tra gli emolumenti percepiti dall’ateneo nel quinquennio 2012-2016 come prof a tempo pieno e quelli che avrebbe dovuto incassare se fosse stato a tempo definito.

Nei giorni scorsi, è arrivato il verdetto: Consonni dovrà risarcire al polo accademico di piazza Leonardo da Vinci 250.356,91 euro, cioè la cifra inizialmente calcolata sugli incassi esterni diminuita di imposte e ritenute fiscali al 41%; respinta la richiesta per le differenze tra stipendi, visto che i pm non sono riusciti a fornire "elementi idonei a provare che l’attività professionale abbia avuto, in concreto, riflessi negativi sull’attività di insegnamento". Stando agli accertamenti eseguiti dai militari della Guardia di Finanza, Consonni ha svolto tra 2012 e 2016 consulenze per A2a Ambiente, Acea Ambiente srl, Engie Servizi spa, Lomellina Energia srl e altre realtà del settore. Nell’atto di citazione in giudizio, la Procura ha parlato di incarichi che hanno "travalicato la natura consulenziale" per diventare una "vera e propria attività professionale".

Di più: per i pm, il docente, "persona di elevata cultura e professionalità, era sicuramente consapevole della normativa sullo status di docente a tempo pieno, nonché dell’importanza e gravità degli obblighi di legge violati con l’esercizio di attività professionali non autorizzabili né autorizzate". Dal canto, Consonni si è difeso parlando di "saltuarietà degli incarichi" e della "mancanza di una struttura organizzativa stabile" e sottolineando la sua buona fede, che, a suo dire, sarebbe dimostrata dal fatto che ha smesso di richiedere l’autorizzazione al Politecnico su "attività consimili" quando è entrato in vigore un nuovo regolamento rettoriale nel 2011; il tutto dopo aver avuto "rassicurazioni e chiarimenti interpretativi" da una manager del Personale. Tesi rispedite al mittente dai giudici, che hanno ritenuto provata la "condotta dolosa". Come detto, quello di Consonni non è che l’ultimo caso.

Prima di lui erano stati condannati i professori Marco Anghileri (Politecnico Bovisa, 774mila euro), Luigi Coppola (Università di Bergamo, 450mila euro) e Fabrizio Carini (Bicocca, 1,328 milioni); “assolto”, invece, Mariano Corso, che non dovrà risarcire al Politecnico 148mila euro perché la sua attività di consulenza è stata giudicata "di limitata consistenza e del tutto saltuaria e occasionale".