
Il malessere già c’era, in epoca Covid letteralmente imperversa, boom di richieste d’appuntamento allo Sportello di Consulenza filosofica del Comune. Aperto ormai da qualche anno, è gestito da Ezio Sartirana, filosofo e consulente di Phronesis, associazione italiana dei consulenti filosofici. "Non uno sportello psicologico o medico. Chi viene qui, viene per parlare e capire. L’obiettivo non è la cura e non è nemmeno la salvezza: è la chiarificazione". Lo sportello di Consulenza filosofica fu, a suo tempo, l’idea vincente dell’allora sindaco Alberto Fulgione. Oggi il filosofo riceve i cittadini su appuntamento (basta chiamare il 329.9828909 o scrivere a eziosartirana@alice.it, il servizio è gratuito) nei locali comunali di via Viotti, di fianco al municipio. "Abbiamo convenuto che uno spazio dedicato, e soprattutto riservato, fosse opportuno. Il Comune continua a credere in questo servizio".
Molti "pazienti"?
"Molti. In questi anni ho seguito almeno una cinquantina di persone. E nell’ultimo periodo le richieste sono in aumento. Di persone di ogni tipo e di ogni età: vedo diciottenni come settantenni".
Un approccio al mal di vivere del tutto specifico.
"La consulenza filosofica non è una terapia. Lo stato di disagio viene considerato come una manifestazione del nostro modo di pensare il mondo: qualche cosa da chiarire e comprendere, non una patologia da curare".
Il dialogo, lo strumento.
"Chi viene qui vuole parlare di sè, di un problema specifico, ma anche della vita, della morte, della sua visione del mondo. Una consulenza può durare poche sedute, così come quaranta o cinquanta. Non c’è cadenza fissa. E nemmeno durata fissa o rituale. Non mi piace misurare il tempo. Nel mio lavoro reputo fondamentale raggiungere intimità ed empatia. E le persone hanno bisogno di essere ascoltate".
Il male di questo tempo?
"Una certa mancanza di senso. Molti raccontano, semplicemente, di non essere felici".
Il Covid e la dura esperienza della pandemia ha moltiplicato disagi e bisogno di comprensione.
"Certamente. La pandemia ci ha messo di fronte a un paio di questioni chiave. La prima è l’imponderabilità. E poi il tema del corpo e della paura della morte.".Monica Autunno