ANDREA GIANNI
Cronaca

Lo scandalo delle consulenze in Regione: bufera sul colosso Ernst&Young. Cosa sappiamo

Anomalie in 12 appalti aggiudicati dal Pirellone con fondi Ue. La Procura europea: bandi per 10 milioni di euro. Cosa c’è dietro il blitz della Finanza anche a Palazzo Lombardia

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Gli uomini della Guardia di Finanza all’ingresso di Palazzo Lombardia, il grattacielo-sede della Regione a Milano

Milano – Le presunte irregolarità riguardano appalti, per un valore totale di oltre 10 milioni di euro, che tra il 2019 e il 2023 sono stati assegnati al colosso britannico Ernst&Young. Un faro della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura europea (Eppo), su 12 delle 18 gare per progetti finanziati dal Fondo sociale europeo (Fse) e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), con al centro la fornitura alla Regione Lombardia di “servizi di consulenza sull’uso efficace dei fondi dell’Ue, comprendendo assistenza tecnica, accesso a strumenti e formazione”. Per questo ieri le Fiamme gialle di Milano hanno perquisito le sedi milanesi di Ernest&Young e un ufficio a Palazzo Lombardia acquisendo documenti, in particolare, negli uffici della Direzione centrale Bilancio e Finanza, nell’ambito di un’inchiesta con al centro l’ipotesi di reato di turbativa d’asta. Sono sei gli indagati, tutti dipendenti della società di consulenza e assistenza legale e fiscale, fra cui tre manager. Lo stesso team di consulenti, secondo le accuse, sarebbe stato “ripetutamente proposto in più gare” vinte da E&Y da sola o in consorzio con altre imprese “causando una sovrapposizione degli incarichi”. Con la conseguenza che “il numero di ore lavorative dichiarate (i cosiddetti ’man-days’) ha superato ciò che era realisticamente realizzabile in un mese”.

Gli indagati – tra cui un dipendente di E&Y che ha a disposizione un ufficio in Regione proprio per seguire i progetti – avrebbero presentato requisiti tecnici alterati, non veritieri, in modo da far aggiudicare i bandi al gruppo leader mondiale nei servizi di assistenza legale e fiscale alle imprese e alla pubblica amministrazione. Sulla base dei documenti acquisiti, le Fiamme gialle, coordinate dai pm Sergio Spadaro e Giordano Baggio, verificheranno l’eventuale coinvolgimento di funzionari della Regione (parte lesa) che hanno lavorato sui progetti finiti sotto la lente, e l’eventuale consapevolezza dei presunti illeciti.

“Gli uffici stanno collaborando”, ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Esamineremo con attenzione – ha proseguito – e poi potremo fare della valutazioni”. La Regione, in una nota, ribadisce la collaborazione con gli inquirenti: “I funzionari e l’avvocatura hanno fornito tutti gli elementi richiesti e utili ad approfondire la vicenda”.

Il Pd, con Pierfrancesco Majorino e Pietro Bussolati, chiede chiarezza. “Il quadro è inquietante – sottolineano – non è accettabile che fondi dell’Unione europea siano usati con tanta leggerezza. Ci aspettiamo che il presidente Fontana riferisca al più presto in aula”. Ernst&Young, dal 2014, avrebbe vinto sistematicamente gare, da sola o in tandem con altre imprese, per fornire servizi di consulenza alla Regione. Quelle finite sotto la lente coprono un arco temporale che va dal 2019 al 2023, per progetti finanziati dall’Europa proprio per fornire all’ente pubblico “servizi di consulenza sull’uso efficace dei fondi dell’Ue”. Con dati messi sulla carta che, però, secondo le accuse non corrispondevano alla realtà. Requisiti tecnici “gonfiati“, tanto da apparire inverosimili, e altre anomalie riscontrare per ora su 12 progetti.

Le indagini sono state avviate dalla Procura europea, un organismo indipendente dell’Unione europea con sede anche a Milano (dove lavorano magistrati specializzati) incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Ue, come le frodi legate ai finanziamenti. In questo caso soldi provenienti dal Fondo sociale europeo, che ha tra gli obiettivi la promozione dell’inclusione e delle pari opportunità, e dal Fondo europeo di sviluppo regionale creato nel 1975 per “livellare“ le disparità esistenti tra i vari territori.