L’appuntamento olimpico del 2026 come occasione per avvicinare Milano ad un modello "ancora da attuare e ancora attuale" sebbene risalga ormai al 2006: il modello espresso e sancito dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Un obiettivo da perseguire a più livelli: occorre appianare i gradini culturali – la scommessa più difficile – ma anche i gradini veri e propri, quelli fisici, che a Milano sono ancora 36.147. Un obiettivo sul quale si è focalizzata ieri la Consulta comunale per i diritti delle persone con disabilità, alla sua prima uscita pubblica, durante il convegno “Diritti in movimento“ tenutosi nella Sala Alessi di Palazzo Marino e condotto da Haydée Longo, avvocata, disability manager e presidente della Consulta comunale.
La definizione si deve ad Alessio Musio, docente ordinario di Filosofia morale all’Università Cattolica: è lui a sottolineare che la Convenzione è ancora oggi "attuale e da attuare", che "le barriere sono prima di tutto culturali, più che architettoniche", che "i diritti delle persone con disabilità non sono diritti nuovi" né diritti da conquistare ma più semplicemente diritti che devono essere garantiti, esattamente come quelli di tutti gli altri. Prima di lui sono Fortunato Nicoletti e Simone Fanti, entrambi nella Consulta, a rimarcare "la necessità di un cambimento culturale" nell’approccio alla disabilità e di riprogettare i contesti e gli spazi in modo che possano essere davvero di tutti. Del resto, fa presente Fanti, "le persone con disabilità sono la più grande minoranza del mondo, considerato che rappresentano il 20% della popolazione". A Giampiero Griffo, componente del World Council of Disabled People’s International, ricordare, allora, che la Convenzione Onu segna un passaggio fondamentale: i "bisogni" della disabilità lasciano spazio "ai diritti" della disabilità, con la conseguenza che i secondi sono per definizione non negoziabili. A proposito di diritti, Teresa Bellini, referente di Confad oltre che componente della Consulta, evidenzia che i caregiver famigliari conviventi ne sono ancora privi, sono ancora in attesa di quella legge annunciata, ora, entro la fine dell’anno in corso. L’attivista Valentina Tomirotti ed Elena di Giovanni, docente universitaria e ideatrice del progetto accessibilità del Teatro La Scala, si focalizzano sul diritto alla cultura e allo svago della persone con disabilità, spesso ostacolato da più fattori: il sistema di prenotazione dei biglietti, la politica dei posti, la scarsa o inesistente formazione del personale in servizio nei teatri o nelle arene dei concerti. Mariella Meli, anche lei nella Consulta, ha invece rimarcato la priorità di dare concretezza ad un welfare sociale che sia funzionale al diritto alla vita indipendente della persona con disabilità.
Da parte sua il Comune sta portando avanti il progetto “Elaborator“ che, finanziato dall’Unione Europea, promuove una mobilità urbana sostenibile, sicura e inclusiva in vista delle Olimpiadi Invernali del 2026. Tra i partner “Stefano Boeri Architetti“, Things e Amat. Il progetto è iniziato nel 2023 e si concluderà nel novembre 2026. Tre i punti sui quali si concentra. Il primo riguarda gli interventi lungo gli itinerari olimpici, per 80 chilometri di stade, con 39 intersezioni o incroci da riprogettare o modificare proprio per eliminare le barriere fisiche esistenti, con particolare riferimento a quelli in cui non ci sono semafori. In alcuni di quelli dove sono presenti si installeranno, invece, sensori per non vedenti. Il secondo è focalizzato su su via Novara, destinata a diventare una via modello per l’accessibilità già entro la fine del 2025: per ora siamo alla raccolta di proposte e osservazioni. Il terzo riguarda, infine, la mappatura dello spazio pubblico per supportare le decisioni. La mappatura è iniziata col settore della Mobilità e con Amat ed è stato implementato con Elaborator. Al momento sono stati mappati gli attraversamenti (15.337), le barriere con gradini (36.147, come anticipato), i percorsi disponibili con 2.391 chilometri di marciapiedi, le banchine dei mezzi pubblici (3.176), i 310 chilometri di ciclabili e le 349 aree pedonali. Tutti dati disponibili, e in evoluzione, su OpenStreetMap. La Consulta lancerà ora un sondaggio per chiedere ai milanesi quali siano le barriere che più soffrono. "Vogliamo che le OIimpiadi e le Paralimpiadi del 2026 siano un’occasione per rendere la nostra città ancora più accessibile e aperta" dichiara Arianna Censi, assessora comunale alla Mobilità.