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Milan, la Curva Sud contesta la società: “Noi non siamo americani”

La protesta è esplosa al termine della partita pareggiata contro il Genoa. Cori all’interno dello stadio dopo il fischio finale, successivamente presidio con striscioni di fuoco all’esterno di San Siro

Milano, 16 dicembre 2024 – Esplode la rabbia del tifo rossonero contro la società. Dopo il deludente pareggio rimediato nel match contro il Genoa, reso ancora più amaro dalla coincidenza con i festeggiamenti per i 125 anni dalla fondazione, gli ultras della Curva Sud hanno fatto partire un’accesa contestazione contro Gerry Cardinale e Red Bird, il gruppo attualmente alla guida del Milan. 

La contestazione degli ultras della Curva Sud (Banditi Curva Sud)
La contestazione degli ultras della Curva Sud (Banditi Curva Sud)

Malumore a lungo covato

I primi segnali di malessere – che per altro covava da lungo tempo –  si erano evidenziati nel prepartita, durante le celebrazioni per il “compleanno” del Diavolo, quando alcuni fischi – in particolare da settori non occupati dalla tifoseria organizzata – erano partiti all’indirizzo dei dirigenti presenti in tribuna, inquadrati nei maxischermi. Nemmeno il “totem” Zlatan Ibrahimovic, consulente di mister Red Bird, è stato risparmiato. 

Nel corso del match, però, ragazze e ragazzi della Curva Sud non hanno fatto mancare il tradizionale sostegno alla squadra, con cori e incitamenti ai giocatori impegnati a cercare di superare la resistenza del Genoa. 

Si alzano i toni

Nei minuti di recupero, quando ormai era chiaro che il match era avviato verso un mesto –per i colori rossoneri – zero a zero, Marco “Pacio” Pacini, da qualche anno seguitissimo vocalist della Curva Sud, ha annunciato l’avvio della protesta. “La misura è colma – queste, in sintesi, le sue parole – Adesso ci siamo stancati”. Sono partiti, così, i primi cori.

Lo striscione esposto all'interno dello stadio
Lo striscione esposto all'interno dello stadio

"Noi non siamo americani”, con chiaro riferimento alla provenienza del gruppo Red Bird, ma anche allo stile che l’attuale società sta cercando di importare, dai “giochi a premi” nell’intervallo fino alle parole di Cardinale sui quanto è “noioso vincere sempre”, suonate denigratorie ai supporter rossoneri.

E poi “Questa società non ci merita”, a sottolineare il supporto sempre garantito dalla Curva Sud, che per altro sta attraversando un momento oggettivamente complicato, dopo le inchieste che di fatto ne hanno decapitato la quasi totalità dei vertici.

Presidio fuori dallo stadio

Successivamente la contestazione si è spostata all’esterno di San Siro, presso il cancello 14, ovvero l’accesso utilizzato dai supporter della Curva Sud. Qui gli ultras hanno esposto due striscioni ai quali – sono sempre loro a dirlo – le forze dell’ordine avevano negato l’ingresso. 

"Società Milan: vi abbiamo aspettato e sostenuto a oltranza. Della vostra mediocrità ne abbiamo abbastanza”  e “Dirigenti incapaci, società senza ambizione. Non siete all’altezza della nostra storia”. Queste i messaggi lanciati dai supporter attraverso i loro “tazebao”, sostenuti da decine di ragazze e ragazzi, mentre sul piazzale dello stadio risuonavano gli stessi cori uditi poco prima all’interno dell’impianto. Era stato fatto entrare, invece, venendo esposto sulle transenne di una curva altrimenti vuote, dato lo stop della Questura all’esposizione degli striscioni dei gruppi ultras in seguito all’inchiesta “Doppia Curva”, un telo con un terzo messaggio. “Rendiamo onore ai nostri campioni. Simboli di un Milan che non esiste più”, recitava, in omaggio anche alle tante stelle del passato sfilate ieri a San Siro

Va ricordato che gli ultras avevano contestato la società già alla fine della stagione passata, rimanendo in silenzio nelle ultime partite casalinghe del Diavolo, allora guidato di Pioli (fatto salvo il secondo tempo della giornata conclusiva, in omaggio al tecnico emiliano, a Oliviern Giroud e Simon Kjaer, tutti al passo d’addio in rossonero). La domanda, ora, è quale sarà la reazione della società, chiamata a cambiare marcia in una stagione che rischia di rivelarsi una via crucis per la squadra vincitrice di sette coppe dei campioni. Nel frattempo, nelle prossime partite, ultras e club organizzati potrebbero organizzare nuove iniziative di dissenso.