REDAZIONE MILANO

Convegno filoPutin al CiB. Due consiglieri si dimettono

L’evento fu annullato. Ferlini e Scalpelli: "Tradita vocazione anti dittature". Solidarietà da Brigata ebraica, FI e Pd: "Era luogo di confronto, non propaganda".

L’evento fu annullato. Ferlini e Scalpelli: "Tradita vocazione anti dittature". Solidarietà da Brigata ebraica, FI e Pd: "Era luogo di confronto, non propaganda".

L’evento fu annullato. Ferlini e Scalpelli: "Tradita vocazione anti dittature". Solidarietà da Brigata ebraica, FI e Pd: "Era luogo di confronto, non propaganda".

Chissà cos’avrebbe detto Bettino Craxi, che cinquant’anni fa aveva fondato il CiB, Centro internazionale di Brera, se avesse visto la sua creatura ospitare un convegno in odor di propaganda al servizio di un’ex spia del Kgb che proprio mentre lo storico segretario del Psi moriva latitante ad Hammamet, in fuga dai giudici di Mani pulite, inaugurava il nuovo regime che controlla la Russia da un quarto di secolo.

Ieri si sono dimessi Massimo Ferlini e Sergio Scalpelli, due membri del consiglio direttivo del CiB, a seguito "della mancata presa di posizione" del centro sul famoso convegno in programma nella sede di via Formentini il 13 dicembre scorso, organizzato dal presidente Stefano Carluccio con il Consolato russo a Milano e un titolo, "Conoscere per la pace", a forte carica paradossale per chi ricorda quale Paese quasi tre anni fa, mentre il mondo iniziava a rivedere la luce dopo la pandemia, riportava la guerra alle porte dell’Europa tentando di invadere l’Ucraina.

"Un’iniziativa a porte chiuse rivolta ai cittadini russi", giurò il presidente Carluccio annullando "a seguito delle polemiche" l’evento che aveva co-promosso coi diplomatici putiniani "senza previa comunicazione al Consiglio", fanno sapere Ferlini e Scalpelli, che ritengono l’iniziativa "in contrasto con la tradizione del Centro che ha fatto del sostegno e della solidarietà militante al dissenso democratico e anti totalitario contro le dittature dei Paesi della cortina di ferro la sua cifra".

"L’unica azione possibile" per ripristinarne la reputazione, fanno sapere, "sarebbe stata l’azzeramento del Consiglio direttivo e le dimissioni del presidente Carluccio. Tuttavia la maggioranza dei soci non l’ha presa in considerazione, anzi sono stati cooptati tre nuovi membri nel Consiglio su proposta del presidente. Non ci sono le condizioni minime di stima e fiducia per continuare a collaborare", concludono Ferlini e Scalpelli.

E incassano "massima solidarietà" da Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica: "Ho sempre considerato il Giorno della Memoria una ricorrenza che ricordasse la lotta contro tutti i totalitarismi, è scandaloso che a cinque giorni il Centro viva una deriva putiniana di sostegno a una dittatura spietata contro gli ucraini e i russi stessi".

La solidarietà ai dimissionari arriva, bipartisan, anche dal consigliere regionale di Forza Italia Giulio Gallera ("Il CiB è da sempre un punto di riferimento per il riformismo milanese e italiano, per l’approfondimento culturale e il confronto aperto, mai per la propaganda demagogica") e dalla deputata del Pd Lia Quartapelle, che parla di "situazione inquietante. Si è venuti meno alla tradizione politica e culturale del Centro dando l’impressione di schierarsi implicitamente a fianco della Russia, potenza occupante" che "promuove campagne di influenza e interferenze, usando la cultura, la chiesa ortodossa e formule come l’“amicizia tra i popoli”".

Gi. Bo.