Un telo bianco a coprire il muretto sfondato a lato strada, a terra ancora le linee tracciate con il gesso a ricostruire l’assurda traiettoria della morte. Il giorno dopo il dramma paese ancora sotto choc per l’incidente costato l’altra mattina la vita a Giovanni Fasano e alla moglie Graziana Bargiggia, 66 e 64 anni. Morti sul colpo dopo lo schianto della loro auto, una Toyota C-hr, contro il muretto di cinta di una casa privata. In via Roma, pieno centro paese. A due passi dall’ufficio postale, dal municipio, da chiesa e piazzetta affollata di tavolini già all’aperto, dove ieri non si parlava d’altro. "Incredibile", la parola più spesa.
È finito il lavoro sul posto della Polizia Locale, che l’altra mattina ha svolto i rilievi sul luogo della tragedia. L’inchiesta aperta darà forse qualche risposta. Le ipotesi sono quelle della prima ora: malore del conducente, o fatale distrazione. L’auto in arrivo dal centro su un tratto dove la velocità è mitigata da dossi, l’improvvisa curvatura, lo schianto contro la recinzione. Ogni soccorso è stato inutile. I coniugi vivevano a Pozzo d’Adda dal 2020, anno in cui si erano trasferiti da Monza. Moglie e marito avevano lavorato, con ruoli diversi, alle Ferrovie. A Pozzo si erano bene ambientati. Giovanni Fasano sognava l’istituzione a Pozzo di una sezione dell’Aido, di cui era socio militante. Dal momento dell’arrivo in paese aveva iniziato a seguire la vita di comunità, molti lo ricordano seduto in prima fila alle sedute di Consiglio comunale. "Persone attente, cordiali, attaccate alla famiglia. Riposino in pace" commentano i cittadini sui social. Dove ci si interroga su una tragedia apparentemente assurda, con una certezza: "Giovanni non correva in auto. Si è senz’altro sentito male".
Monica Autunno