ANDREA GIANNI
Cronaca

Coppie omosessuali, svolta del Comune di Milano: figli riconosciuti "in pancia"

Battaglia dopo un caso di gravidanza a rischio

La battaglia sostenuta dagli avvocati di Rete Lenford-Avvocatura per i diritti Lgbti

Milano, 28 dicembre 2018 - Via libera  del Comune di Milano al riconoscimento «in pancia», prima del parto, per il figlio di una coppia lesbica: una procedura speciale prevista dalla legge, per agevolare le coppie non sposate nel caso di gravidanza a rischio, ma usata per la prima volta per genitori dello stesso sesso.

Una battaglia sostenuta da Rete Lenford-Avvocatura per i diritti Lgbti, che ha ottenuto la svolta da Palazzo Marino. La legge italiana prevede la possibilità per i genitori non sposati (per quelle sposate il bambino è automaticamente figlio di entrambi) di riconoscere il nascituro prima del parto, in modo da venire incontro alle coppie in tutte le situazioni nelle quali al momento della nascita uno dei genitori non possa esserci, o in caso di parto a rischio.

La decisione del Comune di Milano di accogliere il riconoscimento «in pancia» anche per le coppie di madri è arrivata dopo che Rete Lenford-Avvocatura per i diritti Lgbti aveva portato all’attenzione degli ufficiali di Stato civile il caso di un parto plurigemellare che ha messo in pericolo di vita la partoriente.

La madre era infatti incosciente, e non poteva prestare il consenso al riconoscimenti come prevede la procedura ordinaria. «I nascituri hanno corso il rischio tanto di perdere la madre biologica, tanto quello di non poter essere riconosciuti dall’altra mamma, in quanto il consenso della gestante non era stato raccolto dall’ufficio di stato civile prima della nascita», spiegano le avvocate di Rete Lenford, Valentina Pontillo e Maria Grazia Sangalli, che hanno seguito la coppia.

La situazione è poi migliorata e la coppia ha potuto riconoscere tardivamente i figli presso l’anagrafe del Comune. Dunque «il riconoscimento “in pancia” - conclude Rete Lenford - ora è possibile anche per le coppie di madri presso il Comune di Milano». Una svolta resa possibile grazie alla battaglia delle madri, sostenute dall’associazione.