SIMONA BALLATORE
Cronaca

A Milano crollano i matrimoni (laici e religiosi), separazioni e divorzi superano le unioni. “I sentimenti sono intensi, ma senza impegno"

L’esperta Alessandra Santona: "I giovani? Non vogliono etichette. E crescono le separazioni dopo i 60 anni”

Il matrimonio dei Coma_Cose a Palazzo Reale il 3 ottobre dell’anno scorso

Il matrimonio dei Coma_Cose a Palazzo Reale il 3 ottobre dell’anno scorso

"I giovani investono di più nella relazione affettivo-romantica, spogliandola dai riti e dalle responsabilità dell’impegno". A inquadrare l’evoluzione delle relazioni di coppia è Alessandra Santona, professoressa del dipartimento di Psicologia dell’università di Milano-Bicocca.

A Milano calano i matrimoni, crollano i riti religiosi e separazioni e divorzi superano le unioni. Cosa si legge tra questi dati?

"Sarebbe interessante capire l’età di chi divorzia o si separa. Uno dei trend evidenti negli ultimi anni, confermato dalla letteratura nazionale e internazionale, è che aumentano le separazioni in età tardiva, tra persone “diversamente giovani”, soprattutto dopo i 60 anni, che poi investono in relazioni sentimentali stabili".

I giovani, invece, preferiscono evitare legami?

"Non proprio. Tra le coppie moderne c’è un forte investimento affettivo-relazionale che prevale sull’impegno rispetto alla relazione. Troviamo molte coppie giovani che investono sull’esperienza sentimentale, ma non la rappresentano come caratterizzata da impegno. Emerge anche in molti pazienti in terapia una fragilità sul piano della tenuta, in situazioni di difficoltà che porteranno o meno alla separazione. I fattori di protezione rispetto al divorzio vengono identificati, infatti, nella possibilità di vivere un’esperienza sentimentale con un buon supporto sociale, una capacità di sacrificio, di perdono e di impegno".

Che viene meno.

"Ma questo non vuol dire che non ci sia investimento nella coppia: c’è ma è diverso rispetto alla rappresentazione che ha contraddistinto in passato le qualità di un legame stabile".

Hanno meno bisogno di etichette?

"Sì. E anche il rito istituzionale è considerato in maniera diversa. Molte giovani coppie oggi convivono, vivono relazioni sentimentali intense. Molte altre sono “Lat“, ovvero Living apart together: pur avendo la possibilità di convivere senza impedimenti e abitando anche nella stessa città, scelgono di avere case diverse e di vedersi solo quando lo desiderano. Il coinvolgimento affettivo e romantico, ancora una volta, è più forte dell’impegno".

Decisioni personali a parte, come il contesto può influire su queste scelte?

"Se l’aiuto della famiglia di origine, il supporto della rete amicale e soprattutto sociale viene meno è più difficile e oneroso unire al coinvolgimento affettivo-romantico l’impegno. La dimensione collettiva ha lasciato sempre più spazio all’individualità, l’idea di far parte di un “sistema” è venuta un po’ meno. I giovani si rappresentano prevalentemente da soli, pensano di avere sulle loro spalle tutto il carico familiare e lavorativo. L’impegno, a queste condizioni, spaventa. In passato i medesimi obiettivi erano visti come “collettivi“, non ricadevano solo sulla coppia. Il supporto della famiglia di origine e quello sociale sono un fattore di protezione anche rispetto ai divorzi: se mancano è difficile che la coppia riesca da sola a sostenere a lungo il suo benessere".

Questo incide anche sulla scelta di allargare la famiglia?

"Sì, il calo demografico è un indice molto forte. Anche rispetto all’impegno della genitorialità ci si svincola moltissimo. Prima coppia e famiglia, seppur non siano mai state due dimensioni sovrapponibili, erano viste come collegate tra loro. In questo contesto sociale, con la precarietà lavorativa e la mancanza di una rete sociale, la scelta di avere figli si sposta sempre più in là e spesso, quando si affaccia l’idea, la coppia non è più giovanissima".

Milano resta la città dei single?

"Lo confermano recenti report. Anche perché spesso si sceglie questa città per il lavoro: diventa la priorità, si fa fatica ad averne altre. Ma ricordiamoci sempre che da queste statistiche sfuggono sempre le relazioni sentimentali che riguardano quanti non riconoscono nel “rito” un valore aggiuntivo al benessere della coppia".