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Violentata in motel a Cornaredo, il gip: "I tre hanno tentato di screditarla"

Respinta la richiesta di scarcerazione per gli albanesi che tra il 2 e il 3 maggio hanno abusato della giovane haitiana per 12 ore con inaudita violenza

Violenza sessuale

Milano - Il «quadro indiziario» è «immutato» e risulta «vano ogni tentativo degli indagati di screditare la versione della vittima», anche perché pur a volerla «ritenere» una «prostituta» attiene «comunque esclusivamente a quest‘ultima scegliere le modalità di vendita del proprio corpo». Lo scrive il gip di Milano Alessandra Di Fazio nel provvedimento con cui ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata da due dei tre giovani albanesi arrestati il 12 novembre, nell‘inchiesta dei carabinieri coordinata dal pm Rosaria Stagnaro, con l‘accusa di aver abusato per quasi 12 ore di una 23enne di origine haitiana, conosciuta lo scorso maggio in una discoteca della zona della movida milanese e portata nella stanza di un motel a Cornaredo, nel Milanese.

I tre si erano difesi sostenendo che la giovane fosse consenziente e che fosse stata pagata. «La versione - scrive il gip - secondo la quale il rapporto sessuale era stato concordato con tutti e tre gli indagati stride con il fatto che questi si siano recati in albergo in due momenti diversi e soprattutto che abbiano fornito versioni diverse quanto al pagamento». Secondo le indagini, sarebbe stato Xhentjan Agaraj, 23 anni, detto Jack, già condannato in passato per stalking e che stava festeggiando quella notte tra il 2 e il 3 maggio la sua scarcerazione, a portare la ragazza nel motel.

Poi, sarebbero entrati nella stanza gli altri due: il fratello Alvardo Agaraj, 21 anni, in carcere dal 26 ottobre scorso, e già difeso dal legale Amedeo Rizza, per aver ucciso un marocchino di 45 anni a Cornaredo, e il cugino Alfiol Quku, 29 anni. Il 23enne e il 29enne avevano presentato istanza per l‘attenuazione della misura cautelare, bocciata dal gip. Intanto, la Procura ha chiesto di disporre un incidente probatorio per ascoltare la vittima e "cristalizzare" le sue dichiarazioni in vista di un eventuale processo.

Il giudice nell‘ordinanza spiega che gli indagati hanno reso versioni «contraddittorie» riguardo al fatto che il 23enne «avesse preventivamente concordato con la vittima sesso a pagamento per tutti e tre» e «non solo tra lui e la ragazza». Il fratello Alvardo ha detto di «non sapere quando» e «quanto» Xhentjan l‘avrebbe pagata. Quku ha parlato di «1000 euro», non sapendo, però, se effettivamente le fossero stati dati, mentre Xhentjan ha sostenuto di averle dato «300 euro» e ha negato pure «di aver avuto rapporti sessuali», a differenza degli altri due.

Il gip, così come nell‘ordinanza cautelare, nell‘ultimo provvedimento evidenzia ancora la «gravità dei fatti commessi» e le «allarmanti modalità di commissione» delle violenze. Tutti e tre i giovani, secondo le indagini, hanno violentata la 23enne costringendola anche a subire morsi, botte e mani al collo «fino a toglierle il respiro», malgrado lei li implorasse affinché smettessero.