Milano, 10 marzo 2020 - È ricoverato da domenica sera all’ospedale di Busto Arsizio, il primo driver delle società che lavorano per Amazon tra Milanese e Varesotto risultato positivo al coronavirus. Un 33enne che, da quanto si è appreso, sarebbe stato contagiato in seguito a contatti con persone del nucleo familiare. E i colleghi del deposito di Origgio, nel basso Varesotto, dove lavorano circa 300 autisti impiegati da sette diverse società di consegne, sono in allarme. "Chiediamo dispositivi di sicurezza - spiega un corriere, che chiede di rimanere anonimo - non solo per tutelare noi ma anche i clienti. Ogni giorno effettuiamo dalle 120 alle 150 consegne, entrando in contatto con altrettante persone. In questo periodo siamo tra le poche categorie che continuano a lavorare come prima, come se fossimo immuni al coronavirus". E invece i contagi stanno iniziando a diffondersi anche tra i lavoratori della filiera della logistica, che ogni giorno si occupano delle consegne di pacchi e merci in Lombardia.
Oltre al primo caso tra le società ingaggiate da Amazon, secondo fonti sindacali sono già una decina i driver di varie compagnie risultati positivi al coronavirus nel Milanese. Corrieri che da quando è esplosa l’emergenza non si sono mai fermati, continuano ad alimentare il business dell’e-commerce con volumi in aumento. C’è chi si fa consegnare la spesa o generi di prima necessità a casa, ma anche tante persone che acquistano beni superflui, incuranti degli appelli a ridurre al minimo gli spostamenti e la circolazione. Le compagnie hanno adottato alcuni accorgimenti, dalla sanificazione degli spazi alla possibilità per il cliente di evitare di firmare al momento della consegna per ridurre il più possibile i contatti. Per i lavoratori, però, non basta. I colleghi del 33enne risultato positivo nel deposito di Origgio ieri si sono messi in malattia. Su di loro verrà effettuato il tampone. I lavoratori in servizio nel deposito che copre il vasto e popoloso territorio a cavallo tra le province di Milano, Varese e Como segnalano mancate sanificazioni sui mezzi, mancato rispetto della distanza di sicurezza durante i briefing. Chiedono tutele per la loro salute e alcuni propongono di sospendere le consegne o limitarle ai generi di prima necessità.
Un problema che riguarda anche i rider, i corrieri in bicicletta del food delivery, che a differenza dei fattorini su quattro ruote stanno registrando un crollo del lavoro. Gioca un ruolo la chiusura di uffici, la fuga di turisti e visitatori ma anche la diffidenza dei clienti, la paura del contagio che pervade anche gli stessi rider. Per loro, però, non c’è nessun ammortizzatore sociale per aiutarli a tirare avanti nel periodo più buio della crisi.