GIULIA BONEZZI
Cronaca

Coronavirus, i sindacati: "Tamponi a chi lavora in prima linea"

Da oggi nuove regole. I radicali: cambiare mentalità per proteggere gli ospedali

I sanitari che curano i malati di Covid19

Milano, 23 marzo 2020 - «Nei laboratori autorizzati per le analisi dei tamponi la presentazione di campioni afferenti a personale sanitario dovrà ottenere priorità assoluta e la comunicazione dovrà avvenire in un arco di tempo massimo di 36 ore". Così una circolare del Ministero della Salute ha annullato l’ordine precedente, del 19 marzo, che assegnava la priorità al "personale militare ed a esso congiunto (anche in assenza di evidenze cliniche)". Da giorni i sindacati e gli Ordini dei medici chiedono tamponi estesi a tutti i sanitari, e l’Usb ha proclamato per il 25 marzo uno sciopero simbolico di un minuto a rotazione, tra le 13.30 e le 14.30.

Chiedono i tamponi anche i rappresentanti di altri lavoratori di servizi essenziali: i segretari regionale e provinciale della Federdistat-Cisal hanno scritto al governatore Fontana sollevando il problema dei vigili del fuoco, "dopo il personale sanitario la categoria di soccorritori più esposta al contagio, un pericolo per sé per chi vanno a soccorrere e per i proprio familiari". E li chiedono i lombardi che restano in casa, ma a loro ha risposto ieri l’assessore regionale al Bilancio Davide Caparini, spiegando che "una campagna massiva andava bene all’inizio, ma oggi è purtroppo inefficace, oltre che impossibile: i laboratori di cui disponiamo (che avevano processato, a ieri, 70.598 tamponi dall’inizio dell’emergenza, ndr ) sono impegnatissimi a testare chi arriva in ospedale, lì sì è necessario".

Per proteggere il personale sanitario, di cui fa parte il 12% dei positivi e nel loro caso il tampone è un’altra storia. L’assessore al Welfare Giulio Gallera ha annunciato che, tra le delibere che saranno approvate oggi, ci sarà il via ai tamponi per i medici di base "in ambulatori gestiti dalle Ats e la presa in carico del personale negli ospedali", con misurazione quotidiana della temperatura e test per chi ha più di 37. Ma c’è chi insiste serva di più: "Stiamo correndo una maratona dietro al virus, che però guida una Ferrari.

C’è urgente bisogno di un cambio di mentalità che tuteli il personale sanitario e le strutture ospedaliere", che possono essere "luoghi ad altissima velocità di contagio", denuncia il consigliere regionale di +Europa Michele Usuelli, neonatologo intensivista con esperienza internazionale con Emergency, in una lettera aperta firmata con Marco Cappato per l’associazione Luca Coscioni ed Enrico Bucci, ricercatore sui big data in campo biomedico. Le loro proposte: "Autocontenimento del personale sanitario, cui è necessario fornire strutture dove ritirarsi dopo il lavoro per non contagiare le famiglie. Chi entra in ospedale deve essere tracciato in tempo reale, anche con app. I sanitari devono essere sorvegliati con tamponi seriali, l’ospedale compartimentato, con neolaureati e studenti di medicina formati a guardia di tutte le porte. Non è troppo tardi per fare training al personale su come proteggersi, cosa fare e non fare. Anche l’eventuale reparto della Fiera deve avere, se è realistico farlo, queste caratteristiche logistiche".